(ANSA) - CAGLIARI, 09 NOV - E' scontro tra i sindacati e
l'ufficio scolastico regionale sul sostegno e permessi studio.
"L'Ufficio scolastico regionale depotenzia il diritto allo
studio del personale delle scuole e sceglie di non riconoscere
le specificità e i bisogni della scuola sarda, nascondendole
sotto un tappeto di burocrazia e piccoli risparmi".
Prima di tutto, la questione dei corsi di formazione per il
sostegno: "Solo un quarto delle tremila cattedre di sostegno è
coperto da docenti con titolo - accusano i sindacati - ma l'Usr
non ha voluto concedere una priorità nella fruizione del diritto
allo studio per chi frequenta i corsi universitari. Quest'anno,
ad esempio, in tanti sono rimasti senza permessi e si sono
dovuti dimettere o mettersi in aspettativa pur di frequentare
per ottenere il titolo". Altro punto critico è - accusano le
sigle - "la mancata concessione di qualche ora di permesso per
consentire al personale della scuola di preparare e sostenere
esami universitari o la stessa tesi". E ancora, dicono i
sindacati, "dal momento che chi vince un concorso, prima di
essere assunto in ruolo, deve affrontare un percorso abilitante,
i sindacati hanno chiesto all'Ufficio scolastico che riconosca e
supporti questa esigenza".
Diversa la visione di Feliziani: "Per quanto riguarda il
sostegno, non appena sono stati attivati i corsi in autunno,
l'Usr, attraverso i propri uffici provinciali ha immediatamente
riaperto i termini per poter distribuire le ore che erano
residuate per l'anno in corso a chi doveva frequentare tali
corsi. Quindi la polemica sulle persone che sarebbero rimaste
senza la possibilità di poter fruire dei permessi deriva dal
fatto che il numero di ore a disposizione di ogni Usr ogni anno
è una percentuale calcolata rispetto al personale in servizio e
non è una quota fissata dall'Ufficio scolastico. E grazie alla
riapertura dei termini di cui parlavo prima, le ore del 2024
sono state utilizzate al 100%. Le sigle sindacali chiedevano una
graduazione, nella possibilità di fruizione delle ore, che
avrebbe favorito, a parità di tipologia di corsi, discriminando
tra soggetti erogatori (università e università telematiche).
Abbiamo spiegato che una differenziazione del genere sarebbe
stata discriminatoria rispetto alla normativa vigente".
"Altra richiesta che non si è potuto accettare è stata quella
di concedere una percentuale delle ore concesse, non per la
frequenza di lezioni in presenza o in modalità sincrona, ma
anche per studio o preparazione esami - spiega ancora il
dirigente - Abbiamo ribadito che le ore per il diritto allo
studio servono per consentire ai lavoratori di potersi assentare
dal lavoro per poter frequentare lezioni o corsi che,
altrimenti, per concomitanza di orario, non si potrebbero
frequentare. Indirizzo peraltro ribadito da indicazioni del
Dipartimento della Funzione Pubblica e dell'Aran. Dispiace che
un confronto rispettoso e svolto nel rispetto della normativa
vigente, che per l'inconciliabilità delle richieste sindacali
con il quadro normativo vigente venga utilizzato strumentalmente
per attaccare l'Usr, reo semplicemente di non aver aderito a
richieste che non potevano essere esaudite", conclude. (ANSA).
Scontro sindacati-ufficio scolastico su sostegno e permessi
Sigle,'diritto allo studio depotenziato'. Feliziani 'non è vero'