Sardegna

Patto tra Prefetture e Procure contro le infiltrazioni mafiose

Dal narcotraffico investimenti della criminalità organizzata

Redazione Ansa

Rendere più rapido il trasferimento di informazioni tra autorità giudiziaria e prefetture per rafforzare la prevenzione antimafia e tutelare l'economia legale. È l'obiettivo del protocollo Pnrr e Pnc - Potenziamento dell'azione istruttoria dei gruppi interforze antimafia istituiti presso le Prefetture, firmato questa mattina a Cagliari tra i prefetti del capoluogo sardo, Giuseppe Castaldo, di Sassari, Grazia La Fauci, Nuoro, Alessandra Nigro, Oristano, Salvatore Angieri, il procuratore generale presso la Corte d'appello di Cagliari, Luigi Patronaggio, e il procuratore della direzione distrettuale Antimafia Rodolfo Maria Sabelli.

"Qui in Sardegna non abbiamo particolari indicatori sul fenomeno mafioso, tuttavia - ha spiegato il prefetto di Cagliari - l'attenzione deve essere sempre alta. Questo è un documento che rende più stabile e strutturata la collaborazione tra prefetture e autorità giudiziaria. Ci sarà uno scambio di informazioni che possono essere analizzate, valorizzate anche per adottare eventuali attività di prevenzione". Sotto i riflettori, ha precisato Castaldo, rimangono "gli appalti pubblici e i fondi del Pnrr, che certamente possono attrarre appetiti, poi ci possono essere anche le attività private, svendute a basso costo".

Lo scambio di informazioni, ha chiarito Patronaggio, "è utilie soprattutto ai fini della prevenzione. In Sardegna - ha ribadito - non c'è un'organizzazione mafiosa locale, però il protocollo diventa uno strumento efficace per scongiurare investimenti della criminalità continentale nell'Isola. Le proiezioni investigative ci dicono che la Sardegna è un crocevia per il narcotraffico. Nell'Isola arriva eroina, cocaina, droghe sintetiche e qui si produce molta marijuana. Oggi è al primo o secondo posto come produttrice di cannabis illegale in Italia".

Secondo il procuratore generale, in base all'attività di indagine "esiste uno scambio tra droghe pesanti e droghe leggere, così come riteniamo che la criminalità organizzata, attratta da questo mercato, possa fare degli investimenti di reimpiego, di riciclaggio".

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