Prove di avvicinamento in Consiglio regionale tra la maggioranza e l'opposizione sul ddl 45 che definisce le aree idonee e non, a ospitare impianti di energia rinnovabile. E tentativi falliti di dialogo tra i capigruppo del campo largo e i rappresentanti dei comitati che sostengono la legge di iniziativa popolare Pratobello 24 in presidio sotto il palazzo. Nel mezzo uno slittamento dell'avvio della seduta alle 15.30, che potrebbe trasformarsi in una sospensione fino a martedì prossimo.
Dopo alcuni giorni di stallo e tempi troppo dilatati che porterebbero oltre l'11 dicembre, data della sentenza della Consulta sulla moratoria, ieri sera i lavori sono stati interrotti più volte per interlocuzioni e riunioni in cerca di un dialogo sempre negato dalla stessa presidente Alessandra Todde. Ma questa mattina la posizione è cambiata: la linea vira verso un'apertura. Non un passo indietro, tengono a precisare gli esponenti del centrosinistra fuori dai microfoni: "Semmai si è fatto un notevole passo in avanti - dichiara il presidente dell'Assemblea, Piero Comandini - siamo di fronte a una legge importante per il futuro energetico della nostra isola in termini ambientali e di autonomia, quindi il senso di responsabilità di tutte le forze politiche, anche di minoranza di contribuire a scrivere il testo migliore, è un passo in avanti".
Non mancano i distinguo: "Da parte nostra non è mai mancata la volontà di aprire un dialogo tanto con l'opposizione consiliare, quanto con i movimenti dei cittadini - sottolinea Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti -. Adesso in poco tempo dobbiamo essere in grado di migliorare la legge".
Sui possibili punti di caduta Agus ipotizza modifiche all'articolo 3, sulle deroghe ai Comuni e ulteriori spinte sulle comunità energetiche, al centro anche di una proposta di legge presentata dall'opposizione". "È auspicabile che su un tema così sentito dai sardi si possa arrivare a una sintesi unitaria - aggiunge Michele Ciusa, per il M5s -, quindi siamo fiduciosi del lavoro delle minoranze per riuscire a produrre un testo più unitario possibile".
Minoranza che ha sensibilità diverse all'interno, tra chi, come i centristi di Sardegna al centro 20Venti e i Riformatori, vede la possibilità di punti in comune - "Proveremo a fare la proposta unitaria della minoranza per arrivare alla migliore legge possibile", dice Umberto Ticca - e chi, come Fi e Lega appoggia in toto la posizione dei comitati della rete Pratobello 24 che pretendono la discussione immediata in Aula della norma che ha raccolto oltre 211mila firme.
Per Fdi, con il capogruppo Paolo Truzzu, l'apertura deve puntare sullo Statuto e sulla competenza esclusiva della Sardegna in materia urbanistica, "che è un principio irrinunciabile della norma popolare che noi abbiamo riportato sotto forma di emendamenti". Più duro Gianni Chessa, per Fi, che attacca la presidente Todde: "Non si è mai visto un presidente della Regione così arrogante e prepotente, che non ascolta la voce di 211mila sardi che chiedono la discussione della loro legge".
Tirano dritto i comitati dopo l'incontro con i capigruppo di maggioranza per tentare una mediazione: "Sapevamo che non potevamo aspettarci niente - spiega Michele Zuddas, avvocato portavoce della rete, in sciopero della fame da oltre due settimane - attenderemo l'esito della legge e vedremo se rivedranno l'articolo tre sulle deroghe. Ma noi andremo avanti e siamo pronti anche a chiedere il referendum".