Sardegna

Cristicchi e la rivoluzione di San Francesco al giorno d'oggi

L'artista a Cagliari e Sassari per la stagione Cedac

Redazione Ansa

"Franciscus - Il folle che parlava agli uccelli, nasce da una sfida personale, dal volermi confrontare con questo gigante". Così all'ANSA Simone Cristicchi, che sbarca in Sardegna con il nuovo spettacolo dall'11 al 15 dicembre al Massimo di Cagliari e il 16 al Verdi di Sassari per la stagione Cedac.
    "Quando ci si confronta con figure così estreme - spiega l'artista romano - si è costretti a fare i conti con la propria mediocrità. E a porsi delle domande: io avrei avuto la forza di rivoluzionare la mia vita, come ha fatto Francesco d'Assisi?".
    Nella sua carriera Cristicchi si è messo più volte in gioco passando dalla musica al teatro e alla scrittura, per affrontare questioni complesse e di forte attualità, ogni volta provando a ricominciare da capo. "Franciscus non rappresenta una semplice biografia, semmai un'indagine su che cosa può dirci oggi, che cosa può insegnarci un uomo, un Santo vissuto nel Medioevo - sottolinea Cristicchi, autore del testo insieme a Simona Orlando - è uno spettacolo provocatorio su chi siamo, sul mondo attuale".
    Un'opera teatrale impreziosita dalle canzoni, scritte dallo stesso Cristicchi e da Amara (Erika Mineo), in cui emergono temi che stanno a cuore all'artista romano: "Francesco rappresenta un universo sconfinato, ho preferito concentrarmi sulla rivoluzione come cambiamento interiore, sul trasformare se stessi per cambiare il mondo. E sulla povertà, che significa togliere il superfluo che appesantisce la nostra vita per spiccare il volo".
    E la follia. "Francesco all'inizio viene trattato come un pazzo visionario, solo in seguito viene riconosciuta l'autenticità della sua vocazione e la sua santità. E' un tema che mi interessa moltissimo: qual è il confine tra santità e follia?".
    Il Santo di tutti, conosciuto e amato in tutto il pianeta "nel suo bisogno di incontrare l'altro, riflette una visione ecumenica", sottolinea ancora Cristicchi che in scena interpreta se stesso e Cencio, un contemporaneo del Santo, che critica, sbeffeggia e mette in discussione tutto: due voci contrapposte, una favorevole e una contraria a Francesco. "C'è anche un capitolo dedicato al Cantico delle Creature e alla sua visione della natura come specchio del divino", conclude Cristicchi, che ricorda "esperienze meravigliose in Sardegna, nella Valle della Luna e alle Piscine di Baunei, dove ho avvertito la potenza tellurica e compreso l'estasi di Francesco.
    Distruggere la natura significa distruggere noi stessi, è una forma di suicidio". 

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