Sardegna

Turismo Nuorese e Ogliastra a +5% ma meno rispetto a pre Covid

Confindustria, criticità su trasporti, acqua e formazione

Redazione Ansa

(ANSA) - NUORO, 03 DIC - La stagione turistica nel Nuorese e in Ogliastra si chiude con il segno più per le presenze che sono cresciute in media del 5%, con punte superiori all'8% rispetto all'anno precedente, ma si registrano dati in peggioramento rispetto al periodo pre pandemia. Pesa l'assenza complessiva di dati per un monitoraggio in tempo reale e restano sul tavolo dossier irrisolti come trasporti, acqua e formazione.
    "C'è molto da fare soprattutto per mettere a sistema e valorizzare il nostro potenziale culturale e creativo e i nostri asset ambientali - sottolinea il presidente della Sezione Turismo e Imprese culturali della Confindustria Sardegna Centrale Giovanni Derosas - Sta cambiando il modo di organizzare le vacanze e le scelte di viaggio dipenderanno sempre più dalla ricchezza culturale e ambientale delle destinazioni. La Sardegna centrale ha un enorme potenziale ma guardando i dati camerali il sistema produttivo culturale e creativo produce meno del 3% del Pil e dà lavoro ad appena il 3% degli occupati".
    Dati che collocano il territorio agli ultimi posti in Italia: "Ciò significa che il nostro patrimonio culturale e ambientale al di là di alcune nicchie è poco conosciuto, pochissimo valorizzato e si fatica a integrarlo con l'offerta turistica - prosegue Derosas -. Dobbiamo fare di più sul fronte delle infrastrutture e delle info-strutture, carenti e a volte del tutto assenti. Servono politiche efficaci che diano slancio al turismo montano e una visione regionale d'insieme che consenta una progettualità integrata e una strategia unica per l'isola.
    Chiediamo alla Regione di occuparsene".
    Gli operatori turistici fanno l'elenco delle criticità: "Difficile uscire dalla logica del turismo balneare senza intervenire sulla continuità territoriale e sulla rete di collegamenti interni - evidenzia Mattia Pilosu del Gruppo Cala Ginepro di Orosei - Fanno ben sperare i nuovi investimenti delle grandi catene internazionali che giocano un ruolo strategico nello sviluppo delle destinazioni". "La stagione è andata bene ma l'abbiamo salvata grazie ai dissalatori - sottolinea Giovanni Sanna del gruppo Studio Vacanze -. La siccità e la carenza d'acqua sono problemi storici e vanno risolti, non possiamo togliere l'acqua agli agricoltori e ai pastori per salvare la stagione turistica e non possiamo aspettare i tempi della pubblica amministrazione".
    E resta in piedi il problema annoso del personale da assumere: "Ciò che preoccupa maggiormente è la difficoltà a trovare personale specializzato quali figure con responsabilità operative che diano gambe alle strategie aziendali - osserva Francesco Bovi del Gruppo Bovi's Hotel di Tortolì -. È un problema generale che nella Sardegna centrale è legato alla mancanza di giovani e alla bassa attrattività dei nostri territori, dove c'è una forte spinta all'emigrazione.
    Fondamentale quindi investire nella formazione di profili di cosiddetto middle management, ma serve un coordinamento regionale e la Regione Sardegna svolge in questo un ruolo centrale". (ANSA).
   

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