Sardegna

Cori razzisti contro giocatore, squadra non scende in campo

Presidente Gymnasium Sassari, 'pronti a ritirarci da campionato'

Redazione Ansa

Meglio una sconfitta a 3-0 a tavolino che far passare sotto silenzio un episodio di razzismo. La Gymnasium di Sassari, che milita nel campionato di calcio di terza categoria ha scelto di non giocare contro i suoi avversari ieri nel campo di casa a Usini ma di organizzare uno "spuntino" per gli ospiti per gridare insieme "no al razzismo". E il presidente dei sassaresi Fabrizio Usai minaccia di ritirare anche la squadra dal campionato se il club si sentirà non tutelato dal giudice sportivo. L'episodio che ha scatenato la reazione della Gymnasium è accaduto nella penultima gara di campionato di terza categoria. Nella trasferta a Mamoiada (Nuoro), durante la partita alcuni spettatori hanno preso di mira l'attaccante gambiano della squadra sassarese, Ba, 27 anni muratore di professione e giocatore per diletto. "Al secondo tempo un piccolo gruppo di spettatori ha iniziato a fare il verso della scimmia all'indirizzo di Ba - racconta il presidente Usai - Sia noi che i dirigenti e i giocatori avversari abbiamo difeso il nostro attaccante e abbiamo segnalato il fatto all'arbitro che ha sospeso la partita per 7 minuti - ricorda - in settimana però è arrivata la comunicazione del giudice sportivo che non ha preso provvedimenti visto che ha confermato la partita a porte chiuse per la squadra di casa ma ha sospeso la pena. Non ci interessano vittorie a tavolino o penalizzazioni per gli avversari, che oltre tutto sono stati dalla nostra parte difendendo il nostro giocatore, ma serve un segnale perché questi episodi non debbano più ripetersi".

Così presidente e giocatori hanno voluto mandare all'esterno un messaggio forte e sabato non sono scesi in campo contro la compagine di Ossi (Sassari) "per protestare contro l'indifferenza del giudice sportivo che fa passare il gravissimo accaduto come un evento di poco rilievo". "Siamo rimasti scioccati. Pensi che non possa mai accadere a te, eppure è successo", osserva Fabrizio Usai che ha lanciato un avvertimento attraverso i social: "Questa è la prima volta che assistiamo ad un accaduto simile e non vogliamo che il silenzio la faccia da padrone. Stavolta non scendiamo in campo per protesta, la prossima volta che non ci sentiremo tutelati dagli organi competenti, ritireremo la squadra dal campionato, perché questi episodi inquinano il calcio e tutto lo sport e vanno contro la politica e l'etica della nostra società fondata sul rispetto, l'integrazione e i veri valori sportivi".

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