(ANSA) - CAGLIARI, 23 MAG - Le patologie della tiroide sono
sempre più diffuse, con un trend in continua crescita. In
Sardegna sono oltre 600 gli interventi chirurgici di
tiroidectomia, con una diagnosi di malignità in 250-300 casi e
di questi circa la metà vengono operati al Policlinico.
"L'isola, per motivi geografici e genetici - spiega il
professor Francesco Boi, direttore dell'Endocrinologia del
Policlinico Duilio Casula - presenta un'elevata prevalenza delle
malattie tiroidee, superiore alle percentuali nazionali". In
Italia sono circa 6 milioni le persone affette da patologie
della tiroide, si tratta principalmente di malattie croniche, ma
curabili, se correttamente diagnosticate e trattate. Sono oltre
30mila le tiroidectomie eseguite all'anno, di cui oltre 10mila
con diagnosi di malignità. "Quando la tiroide produce troppi
ormoni tiroidei si manifesta una condizione chiamata
ipertiroidismo che causa una serie di sintomi, quali nervosismo,
ansia, iperattività, perdita di peso, battito cardiaco rapido o
irregolare - spiega l'endocrinologo - se, invece, la tiroide non
produce abbastanza ormoni tiroidei si verifica una condizione
chiamata ipotiroidismo che, se non curato, può causare obesità,
dolori articolari, infertilità e malattie cardiache".
Secondo il professor Boi la carenza di iodio è ancora un
problema epidemiologico rilevante in diverse aree geografiche,
tra le quali la Sardegna: "Può causare problemi in gravidanza,
con ipotiroidismo materno e nello sviluppo fetale e neonatale
con ritardo di crescita e problemi neurologici e, in età adulta
aumento di volume tiroideo (gozzo) e noduli tiroidei, con una
prevalenza di circa il 20%".
Diverse le patologie della tiroide. "Molto frequenti sono le
tireopatie autoimmuni (tiroidite di Hashimoto e morbo di
Basedow), che possono causare disfunzioni tiroidee,
rispettivamente ipotiroidismo e ipertiroidismo, associate ad
alterazioni morfologiche (atrofia, gozzo diffuso o noduli) della
tiroide. I tumori maligni della tiroide sono in netto aumento,
riscontrandosi nel 7-10% dei noduli tiroidei, sia per un reale
incremento, che per una diagnosi più precoce con l'ecografia e
l'esame citologico tiroideo".
La chirurgia tiroidea avanza ed è sempre più efficace.
"Risulta sempre più sicura nei centri ad alto volume, nonostante
il rischio di complicanze, seppure basso, permanga - spiega il
professor Pietro Giorgio Calò, direttore della Chirurgia
generale del Policlinico - l'utilizzo della tecnologia, il neuro
monitoraggio del nervo ricorrente, l'utilizzo di dispositivi di
emostasi e la fluorescenza per l'individuazione delle
paratiroidi rende l'intervento sempre più sicuro. L'intervento
per noduli piccoli può essere eseguito anche con tecniche
mininvasive e sempre più spesso si riesce a risparmiare una
parte della tiroide, rendendo superflua la terapia sostitutiva
per alcune tipologie di noduli benigni oggi l'alternativa è il
trattamento percutaneo con radiofrequenze e microonde, evitando
l'incisione chirurgica". (ANSA).
Tiroide, al Policlinico di Monserrato 5mila visite l'anno
In Sardegna in dodici mesi 600 interventi chirurgici