Sardegna

Prenotazioni, ticket e referti, è attivo il primo Metaospedale

A Cagliari i pazienti possono entrarci con visori,pc e cellulari

Redazione Ansa

Entrare in ospedale per prenotare visite, pagare il ticket o ritirare i referti, ma senza muoversi da casa. A fare da apripista è l'azienda universitaria ospedaliera di Cagliari, dove i pazienti possono ora accedere al primo ospedale nel Metaverso grazie a visori, computer, tablet e smartphone. Mentre sono già realtà molti progetti sperimentali che utilizzano l'Ia per la riabilitazione e la diagnosi. Se la sanità si trova, ancora una volta, a fare da apripista per l'applicazione di tecnologie innovative, il 90% dei cittadini chiede però maggiore formazione sull'utilizzo del digitale. E ancora troppo ampie sono le disuguaglianze nell'accesso che escludono molti italiani dalla rivoluzione in corso.

Occasione per far il punto su prospettive e limiti è stata la presentazione presso il Binario F, lo spazio di Meta per lo sviluppo delle competenze digitali, del primo ospedale nel Metaverso. Al piano terra del Metaospedale i cittadini possono, ad esempio, prenotare una visita o pagare il ticket, prenotare il ritiro dei farmaci, entrare nel proprio fascicolo sanitario elettronico o monitorare i tempi di attesa nel Pronto Soccorso. Salendo al primo piano con l'ascensore, sempre in un ambiente virtuale, si può invece andare all'Ufficio relazioni con il pubblico e può parlare con veri operatori per ottenere informazioni.

Video Cagliari, apre il Metaospedale: il primo ospedale nel metaverso

 

"Non poteva mancare - spiega Fabrizio Meloni, dirigente Comunicazione e relazioni esterne dell'Aou di Cagliari - un'assistente digitale in 3D dotata di intelligenza artificiale, che interagisce con i pazienti h 24. E sono in costruzione altri due piani, dove ci saranno anche le cure palliative e la terapia del dolore, ma anche luoghi per la formazione". L'utilizzo dell'intelligenza artificiale è già una realtà in molte aziende sanitarie e permette, ad esempio, di migliorare e velocizzare la capacità di diagnosi e refertazione, o può essere utilizzata per sollevare medici e infermieri da pratiche burocratiche. Mentre la realtà virtuale del Metaverso può essere un aiuto per la riabilitazione di bambini con disturbi dello spettro autistico, come nel progetto 'Facciamoli provare' della Asl Roma 1.

E l'opinione pubblica non teme la novità. Secondo un'indagine dell'Istituto Piepoli, un italiano su due, tra cui il 40% degli over 64, sarebbe d'accordo nel sostituire visite mediche in presenza con visite attraverso la realtà virtuale, per agevolare i tempi di spostamento e ridurre attese. "Il 51% degli intervistati - precisa Livio Gigliuto, presidente dell'Istituto Piepoli - ritiene che l'Ia avrà impatto positivo sulla sanità. Ma il 90%, anche tra i giovani, chiede un piano di formazione sul digitale". Il nodo resta il divario digitale.

"Sull'utilizzo del digitale in Italia - sottolinea Nicola Pinelli, direttore di Fiaso - ci sono ancora troppe disuguaglianze, che derivano da aspetti economici, culturali e generazionali. Il divario va visto, affrontato e superato per garantire pieno accesso a queste nuove possibilità". L'intelligenza artificiale generativa e il Metaverso, conclude Francesco Di Costanzo, presidente di PA Social e Fondazione Italia Digitalem "richiedono nuove competenze e nuova organizzazione del lavoro. Ma bisogna togliere di mezzo i pregiudizi: sono uno strumento che va conosciuto e utilizzato bene per dare risposte di salute ai cittadini".

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