Sicilia

A Noto, e il vescovo cantò Mengoni e Noemi

Il vescovo di Noto

Redazione Ansa

Proprio ieri è stato il suo sesto anniversario di ingresso nella Diocesi di Noto. Mons. Antonio Staglianò, 55 anni, calabrese, ordinario di teologia sistematica, autore di numerose pubblicazioni su fede e teologia, ma anche di poesie e decaloghi molto spesso rivolti a temi sociali, si dice un po' stupito dal clamore suscitato dalla sua omelia canora nel corso della quale ha intonato due brani musicali di Noemi e Marco Mengoni. Due cantanti i cui testi, secondo il presule, possono raggiungere più facilmente il cuore dei giovani. E adesso il video del vescovo rock spopola sul web. "Il Vangelo si interessa dell'umano. Il Vangelo è la bellezza umana di Gesù per il mondo" spiega mons. Staglianò, che precisa. "Certo si tratta di un passaggio estrapolato di pochi minuti, di un'omelia durata circa 28 minuti. La predica si fa parlando, ma ho notato che l'attenzione della gente e la comprensione diventa più profonda quando alcune frasi si cantano". "Pensiamo - aggiunge - a 'Dov'è carità e amore lì c'è Dio'. Se io canto questa frase, chi mi ascolta recepisce meglio e canta con me. Capisce cosa sto dicendo". Il vescovo di Noto è membro della Commissione Episcopale Italiana per la cultura e le comunicazioni sociali, oltre che delegato regionale della CeSi per la commissione Comunicazioni Sociali e Cultura. E chiarisce che nelle sue parole non c'è alcuna improvvisazione.

"Il canto e la musica sono un registro comunicativo. Perché non utilizzarlo se lo scopo è entrare nel cuore per diffondere il messaggio cristiano. Ho citato la canzone 'Vuoto a perdere' di Noemi, le sue parole sul rischio che noi corriamo senza accorgercene. Il brano di Mengoni 'Mentre il mondo cade a pezzi' è un pretesto, perché i ragazzi capiscono meglio. Magari altre citazioni non le capirebbero. Utilizzo questo registro comunicativo e lo funzionalizzo alla comunicazione del Vangelo. Ai ragazzi della Cresima piace, lo apprezzano ed io continuerò a farlo, fin quando non mi diranno di smettere". Mons. Staglianò non ascolta le canzoni di musica leggera per passione o diletto, ma le studia. "Ho preparato una catechesi sull'amore e ho studiato questi testi. Adesso ne sto preparando un'altra ed utilizzerò 'Essere umani' e 'Guerriero' di Mengoni, 'La Cura' di Battiato, piuttosto che 'Fatti avanti amore' di Nek. Attraverso queste canzonette voglio predicare il Vangelo. Nella misura in cui le parole delle canzoni intercettano aspetti belli dell'umanità". Insomma, a differenza di un altro cantante molto amato dai giovani come Edoardo Bennato, per il vescovo di Noto questo "non sono solo canzonette". 

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