"Sì, sono stato io... ho perso la testa, non volevo ucciderla". Così Luca Priolo ha confessato l'omicidio dell'ex convivente, Giordana Di Stefano, motivando il delitto con la gelosia e la decisione della ventenne di non volere rimettere la denuncia per stalking per la quale quel giorno ci sarebbe stata l'udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio del 24enne davanti al Gip di Catania. S
econdo quanto ricostruito attraverso diverse testimonianze raccolte dai carabinieri, Luca Priolo nella tarda serata che ha preceduto il delitto ha aspettato Giordana, uscita con un cugino, davanti casa della giovane. L'omicida e la vittima hanno avuto una discussione sull'udienza del Gip dell'indomani, ma in maniera non accesa, tanto che il cugino li lascia da soli. Poi l'omicidio e la folle corsa verso l'estero. Priolo scappa in auto fino a Messina, dove viene 'visto' dalle telecamere dell'autostrada, poi sale su un treno per Milano, da dove manda un sms al padre che farà scattare l'operazione dei carabinieri che lo fermano mentre sta per salire per un convoglio in partenza per la Svizzera.
I vestiti insanguinati di Priolo sono stati trovati nelle campagne di Belpasso (Catania), vicino a un centro commerciale. Non è stata invece ancora recuperata l'arma del delitto, un coltello da caccia, che ha detto di avere lanciato nella stessa zona. Priolo che ha sostenuto di avere agito d'impulso e non in maniera premeditata, dopo l'omicidio è fuggito in auto e si è recato a Milano, dove, alla stazione centrale, è stato fermato poco prima di prendere un treno per Lugano, da carabinieri del locale comando provinciale che erano stati allertati dai loro colleghi di Catania.
C'era un contenzioso aperto sull'affido della figlia - Giordana Di Stefano e il suo ex convivente, Luca Priolo, avevano un contenzioso aperto in sede civile per l'affido esclusivo della figlia di quattro anni. La giovane aveva presentato la richiesta e il ventiquattrenne si era detto pronto ad accettare l'accordo se lei avesse ritirato la denuncia per stalking presentata nel 2013. Secondo fonti legali, lui avrebbe voluto lavorare come guardia giurata e aveva bisogno di chiudere il fascicolo penale per potere ottenere il porto d'armi. Il procedimento per stalking era stato avviato dopo che il giovane era entrato da una finestra a casa di Giordana, nel 2013. Lui si era difeso sostenendo di essere entrato perché aveva visto un auto sospetta fuori e voleva garantire la loro sicurezza.
Sul suo profilo Facebook la giovane aveva postato una foto con la figlia e un giovane davanti la torta di compleanno il 27 agosto scorso
Giordana faceva la ballerina e partecipava a eventi e spettacoli nella Sicilia orientale. Su Fb aveva 691 amici, tante foto con la figlioletta, molti selfie con amiche. Quest'estate sembra che qualcosa non andasse nel rapporto che la ragazza aveva con qualcuno. Il 4 settembre posta: ''Ballavo per un disperato bisogno fisico di muovermi,voltarmi, correre... Ballavo perché il mio corpo doveva scaricare nell'aria circostante violente energie compresse che non sapevo dove mettere, come trattare. Era una forza misteriosa,silenziosa, completamente padrona di me, della quale non sapevo cosa fare...''. Il 4 agosto sotto la scritta ''ho smesso'' ha pubblicato questo post: ''Uno degli errori più grandi che si possano fare è tenere vicino chi sgretola la tua autostima, piano, con gesti apparentemente inconsapevoli''. E ancora: ''Bisogna fare attenzione alle parole che si dicono... Le parole sono armi senza scampo, affilate e pericolose... Ti si appigliano addosso e non te ne liberi più... Ci sono schiaffi che si perdonano e parole che non lasciano scampo....!!!! Alcune parole non si perdonano.... Buonanotte...!!!!!'
L'ennesimo caso di femminicidio in un anno, il 2015, in cui, secondo i dati del Viminale, casi di questo genere sarebbero in calo.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it