(ANSA) - PALERMO, 10 NOV - Il tesoro sommerso della Sicilia
attrae più di 5 mila visitatori ogni anno e il trend è in netta
crescita. Da Levanzo a Ustica, da Marzamemi a Pantelleria, sono
21 gli itinerari archeologici sui fondali dell'isola ricchi di
anfore, tracce di chiese bizantine e navi. A scortare i
visitatori tra i fondali ci sono "ciceroni" con le bombole
d'ossigeno: guide turistiche subacquee dei diving center
autorizzati che, grazie alle convenzioni con la Soprintendenza,
accompagnano gli appassionati a scoprire i resti archeologici
marini. Veri e propri musei sottomarini.
La tutela del mare non può prescindere dalla conoscenza del
patrimonio che custodisce - spiega il soprintendente del mare,
Sebastiano Tusa -. Un patrimonio che non deve essere riservato
soltanto agli addetti ai lavori, ma deve attrarre un pubblico
più vasto. E il metodo dell'isola fa scuola nel resto del mondo:
in questi giorni una missione siciliana è in Kenya per mappare i
1500 reperti del mare di Malindi e creare itinerari
archeologici.
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