(ANSA) - PALERMO, 18 GIU - In tempi in cui si parla tanto di "buona scuola", uno slogan coniato dalla politica che si è rivelato effimero e fuorviante, è ancora possibile raccontare cosa è diventata oggi la didattica e qual è il rapporto tra alunni e insegnanti? Insomma cosa sta accadendo alla scuola italiana? A fornire alcune possibili chiavi di lettura è un libro scritto da un insegnante elementare, Giuseppe Maurizio Piscopo, e da un docente universitario di Letteratura italiana contemporanea, Salvatore Ferlita, dal titolo "La maestra portava carbone. Quando la scuola diventa cattiva" (Edizioni Torri del Vento, pp.
"I genitori affidano i loro figli agli insegnanti - si legge nel risvolto di copertina - e vanno via, sicuri di averli lasciati nella mani giuste. Anche se i giornali e le tv sempre più spesso oggi raccontano episodi di violenze sui minori". Ma la cronaca recente ci consegna anche episodi di bullismo e violenza nei confronti degli stessi insegnanti da parte degli alunni e perfino dei loro genitori. "La maestra portava carbone" è un racconto di fantasia scritto da Giuseppe Maurizio Piscopo che tuttavia sembra dettato proprio dalla cronaca di questi giorni. La protagonista è la "signorina Giovanna", una giovane abulica e di buona famiglia costretta a diventare maestra contro la sua volontà e grazie a una serie di raccomandazioni. Un esempio dei danni che può provocare la "cattiva scuola". E' autobiografica, invece, "Storia di Faustina", l'altra faccia silenziosa ed esaltante del lavoro quotidiano dei maestri. L'analisi critica di Salvatore Ferlita "Piantare un paio di lorde al primo che capita" invita il lettore a percorrere un viaggio nel tempo e nello spazio: dalle testimonianze di una tavoletta sumera o dei papiri dell'antico Egitto che descrivono vessazioni e pene corporali inflitte ai poveri alunni, alle storie raccontate da De Amicis nel libro Cuore o da Mark Twain nelle Avventure di Tom Sawyer, fino alla cronache scolastiche di Leonardo Sciascia poi confluite nelle Parrochie di Regalpetra.
Lo scrittore di Racalmuto fa il resoconto della sua esperienza come maestro paragonandola a quello di un lavoratore delle miniere: "Qui, in un oscuro paese della Sicilia, entro nell'aula scolastica con lo stesso animo dello zolfataro che scende nelle oscure gallerie...". Prima di osservare sconsolato: "Qui occorrono molti anni ancora perchè la scuola veramente sia scuola". (ANSA).
Libri: la scuola raccontata da Piscopo e Ferlita
Il 21 giugno presentazione 'Quando la maestra portava carbone'