(ANSA) - PALERMO, 19 LUG - L'invito al dialogo che i
carabinieri fecero arrivare al boss Totò Riina dopo la strage di
Capaci sarebbe l'elemento di novità che indusse Cosa nostra ad
accelerare i tempi dell'eliminazione di Paolo Borsellino. Lo
sostengono i giudici della corte d'assise di Palermo che hanno
depositato le motivazione della sentenza sulla cosiddetta
trattativa Stato-mafia. "Ove non si volesse prevenire alla
conclusione dell'accusa che Riina abbia deciso di uccidere
Borsellino temendo la sua opposizione alla 'trattativa'
conclusione che peraltro trova una qualche convergenza nel fatto
che secondo quanto riferito dalla moglie, Agnese Piraino Leto,
Borsellino, poco prima di morire, le aveva fatto cenno a
contatti tra esponenti infedeli delle istituzioni e mafiosi, -
scrivono - in ogni caso non c'è dubbio che quell'invito al
dialogo pervenuto dai carabinieri attraverso Vito Ciancimino
costituisca un sicuro elemento di novità che può certamente
avere determinato l'effetto dell'accelerazione dell'omicidio di
Borsellino"
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