(ANSA) - PALERMO, 8 GEN - "Stride fortemente per le orecchie di un italiano la minaccia del Presidente Trump di esercitare la sua vendetta verso l'Iran distruggendo i siti culturali di quel Paese". Lo afferma, dichiarandosi "profondamente indignato e preoccupato" il Presidente Emerito della Commissione Nazionale Italiana Unesco, prof.
Per Puglisi "appare inverosimile, dopo gli scempi compiuti proprio dai fondamentalisti islamici in giro per l'Oriente vicino e lontano, tra l'indignazione del mondo intero, che il capo della potenza più rappresentativa del sistema occidentale, possa capovolgere storia, tradizioni e valori per dare sfogo ad un rancore politico e ad un astio quasi personale; inoltre la Convenzione Unesco che sancisce il valore della cultura e delle sue vestigia millenarie è stata fatta propria, sostenuta, difesa anche dagli Stati Uniti, spesso in condizione di grande difficoltà e talora con grandi sacrifici di uomini e mezzi".
Puglisi ricorda che "lo scempio dei Buddha di Bamiyan in Afghanistan, la distruzione della Città di Palmira in Siria, la devastazione del Museo di Baghdad proprio in Iraq, furono tragedie universalmente considerate come veri e propri crimini contro l'Umanità, anche dagli americani di Trump. L'arroganza del fondamentalismo islamista, scita o sunnita che sia, non si combatte con la tracotanza del denaro e delle armi del capitalismo americano: la tracotanza - ci hanno insegnato gli antichi Greci, ricorda Puglisi - evoca la vendetta degli dei".
"La distruzione della vestigia dell'antica e nobile cultura persiana travolgerebbe, anche solo con il suo fragore delle sue macerie, le deboli icone di una modernità occidentale irriverente e blasfema. Trump forse non lo sa, ma gli italiani con la loro dignità e il loro spessore culturali, sì: occorre - conclude il Presidente Emerito della Commissione Italiana Unesco - distinguersi da chi, in Europa e altrove, fa del silenzio indifferente un alibi eloquente".(ANSA).
Iran: Puglisi (Unesco), no a minacce Trump su siti culturali
Presidente emerito Commissione italiana, indignato e preoccupato