"Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche. La mia non vuole essere una polemica, ma la semplice considerazione di un marito e padre distrutto per la perdita della propria famiglia".
Sarà necessario l'esame del Dna per avere la conferma definitiva che i resti ossei trovati a circa 200 metri dall'autostrada Messina-Palermo appartengano al piccolo Gioele, il bimbo di 4 anni scomparso sedici giorni fa insieme alla madre Viviana Parisi, 43 anni, poi trovata morta. I resti sarebbero stati straziati dagli animali selvatici che li avrebbero trascinati all'interno di una fitta radura, tra la boscaglia che circonda la zona, a circa 700 metri di distanza dal traliccio ai piedi del quale è stato scoperto il cadavere della donna. I familiari del bimbo - il padre Daniele Mondello che si è recato sul luogo del ritrovamento insieme alla sorella Mariella e al padre Letterio - non sono stati fatti avvicinare al punto esatto. "Abbiamo trovato dei resti umani che sono compatibili con quelli di un bambino dell'età di Gioele", ha detto il procuratore di Patti Angelo Cavallo incontrando i giornalisti, al termine del sopralluogo dove è stato effettuato il ritrovamento.
Trovati resti compatibili con Gioele, il padre: dubbi sui metodi delle ricerche
Erano a 200 metri dall'autostrada Messina-Palermo. Daniele Mondello: bastate 5 ore di un volontario
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