(ANSA) - PALERMO, 24 SET - Con "Luce da luce", tre giorni di riflessioni sull'esperienza estetica della luce declinata nella storia e nella contemporaneità, riapre domani mattina 25 settembre alle 9 il Palazzo Riso. Dopo il lockdown, è la prima iniziativa del Museo di arte contemporanea della Sicilia, che si presenta al pubblico con tre nuove sale dell'ala settentrionale e tre progetti espositivi che affiancano alle opere di Christian Boltansky, appartenenti alla collezione permanente, le mostre di Shay Frisch e di Laura Panno alla Cappella dell'Incoronata.
Fra le iniziative di spettacolo, domani alle 21 alla Loggia dell'Incoronazione, con replica sabato alle 18.30 nell'atrio di Palazzo Riso, è in programma un concerto frutto di una lunga ricerca sui canti Sufi di Tito Rinesi, con Piero Grassini all'oud, dal titolo "Dargah"; sabato e domenica alle 21 sempre nello spazio esterno del Museo, Anna Redi leggerà "La conferenza degli uccelli", narrazione iniziatica del 1220 di Farid Uddin Attar; domenica alle 18, infine, il concerto narrato "Sviēta ot Sviēta" del Coro russo Svete Tikhij. Mentre sabato mattina alle 9.30, Michele Cometa presenterà "Lettere immerse nell'inchiostro". A dipingere la luce saranno un calligrafo Eyas al-Shayeb e un pittore di icone Vasileios Koutsouras. Le mostre, poste a corollario di queste intense giornate, prospettano invece allo spettatore un modo tutto contemporaneo di rapportarsi alla luce nelle installazioni luminose e nei campi elettromagnetici dell'israeliano Shay Frisch nel piano nobile del Palazzo. L'artista nei suoi lavori usa la banalità del modulo per costruire trame luminose e grafie segrete rigorosamente monocrome, gesti minimali che alludono alla ripetizione infinita degli eventi nello spazio e nel tempo.
Mentre Laura Panno arricchisce la Cappella dell'Incoronata con una grande opera sospesa e surreali oggetti trasparenti, sculture di vetro nelle quali la materia diviene vortice che riflette gli infiniti inganni della luce e del colore. Lungo le navate l'installazione "Inedito/Inedita" presenta infine una serie di volti strappati all'ineluttabile flusso della storia.
Ma vale la pena di andare al Museo Riso soprattutto per rivedere le opere e le installazioni di Christian Boltanski, acquisite dopo la bellissima mostra del 2001 a Palazzo Branciforte per "Il festival del Novecento". I "Cappotti neri", "Monuments", "Veronique", "Teatrino d'ombre" raccontano meglio di chiunque altro l'infinito incedere del tempo, le metamorfosi della luce, la storia degli uomini, la memoria e la poesia dei ricordi.
Le mostre resteranno aperte fino al 29 novembre (ANSA).
Mostre: con "Luce da Luce" riapre Museo Riso di Palermo
Dal 25 al 27 settembre tre progetti espositivi con Boltansky
