(ANSA) - SAMBUCA DI SICILIA, 09 MAG - "Direi le stesse cose,
ma con un tono diverso. Ribadirei oggi, come allora, quelle
affermazioni sulle 'prove nei cassetti' riguardo ai rapporti tra
mafia e politica, la mia, come era una denuncia politica non
giudiziaria".
Nel 1990, durante una puntata di 'Samarcanda', Orlando
attaccò Falcone: "Ha una serie di documenti sui delitti
eccellenti ma li tiene chiusi nei cassetti". Un'accusa che
provocò polemiche e divisioni sul fronte antimafia e che. come
ha ammesso lo stesso Orlando, causò anche grande dolore in me
come in lui. Ieri a Sambuca il sindaco di Palermo ha ripercorso
quegli anni e ha tracciato un bilancio della lotta alla mafia a
trent'anni dalle stragi in un dialogo con i giornalisti
dell'ANSA che ha promosso insieme all'amministrazione comunale
un evento per ricordare i trent'anni dalla stragi del '92.
"Palermo - ha sottolineato Orlando - oggi non è più la
capitale della mafia ma una città dei diritti, a dispetto degli
anni in cui la mafia non stava a guardare ma governava
attraverso Vito Ciancimino e Salvo Lima". Nel corso della
serata si è parlato anche del libro "L'eredità di un giudice"
(Mondadori editore) scritto da Maria Falcone con Lara Sirignano
che sarà presentato al Salone del libro di Torino il prossimo 18
maggio.
In teatro, dopo la proiezione del docu-film e il dibattito
con Orlando, è andato in scena lo spettacolo 'Nel tempo che ci
resta. Elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino', con la
regia di Cesar Brie. Sulla scena quattro attori interpretano
Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Agnese
Piraino Leto e poi lo stesso Brie nel ruolo di Tommaso Buscetta.
L'iniziativa in teatro è stata anticipata dalla consegna di
alcune gemme dell'albero Falcone di Palermo da parte dei
carabinieri del nucleo Forestale ai giovani studenti di Sambuca,
durante una cerimonia nella villa comunale antistante il teatro
'L'Idea'. (ANSA).
Mafia:L. Orlando,direi stesse cose a Falcone ma tono diverso
Dopo accuse su "prove nei cassetti" il bilancio a 30 anni stragi