Sicilia

Libri:Oriri,scatti e storie donne vittime schiavitù sessuale

Del fotografo Francesco Bellina, domani a Palazzo Sant'Elia

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 09 GEN - Un racconto del legame religioso e rituale tra le donne vittime di schiavitù sessuale e gli sfruttatori, che spesso ricorrono a sacerdoti di culti locali, descritti generalmente come vudù, per creare e rafforzare il vincolo di assoggettamento: "Oriri" è il titolo dell'opera editoriale, contenente una narrazione fotografica di eventi e luoghi socialmente permeati di complessità, del fotografo Francesco Bellina, che dal 2015 ha percorso un viaggio che ha interessato Benin, Niger, Nigeria, Ghana, Mar Mediterraneo e Sicilia. Il libro sarà presentato domani, alle 18, nel Palazzo Sant'Elia, a Palermo.
    Oriri, che nella lingua Bini significa "spiriti, incubi", è un viaggio a ritroso attraverso l'esperienza di migliaia di donne obbligate a condurre una vita di sfruttamento, legate per sempre ai loro sfruttatori attraverso il rito iniziatico e religioso, elemento chiave di questo fenomeno. Il viaggio documentaristico si sviluppa attraverso i Paesi dove si celebrano questi riti iniziatici: dalla Repubblica del Benin, unico paese dove il vudù è religione ufficiale e si reclama un ruolo positivo dei rituali, al Ghana, tappa fondamentale per il traffico internazionale di migranti, dove si incrociano i riti tradizionali con le regole delle chiese pentecostali, passando per la Nigeria, dove i legami delle attività criminali e del traffico di esseri umani sono connessi alle tradizioni rituali e religiose. Il Niger, e in particolare la città di Agadez, è invece uno snodo fondamentale per il traffico di esseri umani, che dalla regione del Tenerè attraversano il deserto verso la Libia. Una storia dove le reti criminali si fondono ai culti religiosi, per arrivare in Sicilia dove si trova terreno fertile a causa della mafia locale. Il lavoro di Bellina intende altresì valorizzare le pratiche di solidarietà diffusa, volte ad arginare il fenomeno delle vittime di tratta, messe in atto da tante suore e tanti preti che lavorano a stretto contatto con queste realtà, fornendo aiuti concreti alle schiave sessuali.
    (ANSA).
   

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