(ANSA) - PALERMO, 19 MAR - I roghi accesi a Palermo da ieri
sera e durante la notte, cha hanno provocato scontri tra chi li
ha innescati e le forze dell'ordine, sono legati ad una
tradizione che da secoli si ripete nel capoluogo siciliano
"Impossibile datare con certezza l'origine delle vampe di San
Giuseppe, in quanto l'uso di accendere il fuoco per propiziarne
il volere dei santi è un fenomeno che risale alla preistoria. La
presenza delle vampe nel centro storico di Palermo è sicuramente
attestata a partire dall'Ottocento, come riferisce Giuseppe
Pitrè", afferma l'antropologo Ignazio Buttitta.
"Il rito prevede che bambini dell'unità rionale di appartenenza,
ma anche gli adulti, gli uomini nelle fasi più impegnative
dell'iter rituale (costruzione della catasta, accensione del
fuoco...), le donne come donatrici di oggetti domestici in
disuso da destinare alla combustione, siano impegnati nella
preparazione dei falò", prosegue il docente universitario.
"All'interno di grandi aree scelte per preparare la vampa,
possiamo individuare tre spazi specifici: lo spazio di raccolta
della legna (soprattutto operata dai bambini), il luogo di
accensione della vampa e lo spazio esterno (spazio del furto
dove si compiono le scorrerie per rubare la legna di altri
gruppi)", ricordano Nara Bernardi e Orietta Sorgi che hanno
realizzato una ricerca per l'archvio delle tradizioni popolari
siciliane
"Ogni spazio di raccolta segna i limiti di una micro unità
territoriale precisa e il luogo dell'accensione della vampa si
trova sempre all'interno di essa.
Si inizia a 'mpustari i ligna dopo che tutti i materiali
raccolti sono stati trasportati sul posto. Devono essere
selezionati i pezzi più pesanti e voluminosi per ottenere una
struttura quanto più resistente: di una vampa è valorizzata non
solo l'altezza ma anche la durata e la sua solidità nel
sopportare il peso della legna anche dopo lo spegnimento delle
fiamme", aggiungono.
"La forma della catasta è perlopiù conica perché deve essere
quanto più alta possibile e la sua cima esibisce spesso qualche
oggetto curioso.
L'accensione, che deve avvenire quannu scura, è un momento
considerato pericoloso: ad occuparsene sono perciò i ragazzi più
grandi e non devono essere utilizzati materiali che possano
interrompere la combustione", ricorda Buttitta
La tradizione legata al folklore prevede che "la sera del 18
marzo i fuochi lampeggiano ovunque nei quartieri popolari: la
luce e il calore emanati dalle fiamme sono al centro dei primi
apprezzamenti che si mischiano agli schiamazzi dei bambini.
Ancora diffuse sono le invocazioni al Santo . Attorno al fuoco
si raccolgono le persone più povere del quartiere e in rarissimi
casi vi si butta ancora il pane (ricevuto in dono l'anno
precedente da chi aveva fatto il voto a San Giuseppe) tra le
fiamme". (ANSA).
Roghi per san Giuseppe a Palermo, tra religione e folklore
Antropologo, tradizione secolare che risale a preistoria