(ANSA) - PALERMO, 10 MAG - È il 3 settembre del 2016. Nicola
Accardo e Antonino Triolo, due mafiosi di Partanna, nel
trapanese, parlano non sapendo di essere intercettati.
Grazie alla protezione della 'ndrangheta Matteo Messina
Denaro si sarebbe rifugiato tra Lametia Terme e Cosenza, città
in cui il boss avrebbe avuto anche diversi affari: da quello dei
traffici di droga in cui le 'ndrine hanno ormai conquistato un
ruolo di primo piano, alla realizzazione di un villaggio
turistico e di impianti eolici, business sul quale il capomafia,
attraverso l'imprenditore Vito Nicastri, avrebbe investito anche
in Sicilia. Ma, mentre quella trascorsa da Messina Denaro a
Campobello è stata quasi una vita normale, in Calabria, secondo
gli investigatori, il capomafia avrebbe avuto una latitanza
simile a quella del suo storico alleato corleonese, Bernardo
Provenzano costretto a nascondersi e a spostarsi più volte.
(ANSA).
La Calabria ultimo rifugio di Messina Denaro prima di Campobello
Intercettazioni confermano stretti rapporti con la 'ndrangheta