Sicilia

Fonderia Oretea, storia e declino di un'industria dei Florio

La parabola dello stabilimento metalmeccanico a Palermo

Fonderia Oretea, storia e declino di un'industria dei Florio

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 19 GIU - AUGUSTO MARINELLI: LA FONDERIA ORETEA DEI FLORIO (TORRI DEL VENTO EDITORE, 190 pagine, 15 euro) La fonderia Oretea non fu solo il primo grande stabilimento metalmeccanico nella Sicilia dell'Ottocento. Fu anche una delle più significative esperienze imprenditoriali della dinastia dei Florio. La sua storia, ricostruita da Augusto Marinelli nel libro "La fonderia Oretea dei Florio" edito da Torri del Vento, rappresenta una chiave di lettura del passaggio dal capitalismo preindustriale del Regno delle due Sicilie a quello più avanzato del Regno d'Italia.
    La fonderia era nata nella prima metà dell'Ottocento per soddisfare le esigenze di utensileria e meccanica agraria dei proprietari terrieri, dell'edilizia e dei laboratori artigianali. Poi la sua evoluzione produttiva si era progressivamente modulata per essere funzionale all'attività armatoriale dei Florio. E perciò la sua attività accompagnò e influenzò la storia imprenditoriale della famiglia di quelli che sono stati descritti come i "Leoni di Sicilia".
    In una certa fase fu la più importante officina metalmeccanica siciliana: nel periodo d'oro occupava anche 800 tra tecnici e operai che però non avevano la formazione e le competenze in grado di affrontare le sfide del mercato. Per questo Ignazio Florio fu costretto a reclutare professionisti e manodopera straniera o continentale. Per assicurare un futuro alla fonderia era necessario un salto tecnologico e l'inserimento nel circuito delle grandi imprese nazionali. Per questo venne inserita nel patrimonio sociale della Navigazione Generale Italiana, costituita dai Florio in società con Rubattino. Ma lo stabilimento palermitano, a causa della insufficienza di investimenti sulla capacità produttiva, non divenne mai competitivo. Era utilizzato soprattutto per la riparazione dei piroscafi e per la produzione metalmeccanica meno qualificata. Quindi il declino, la chiusura dello stabilimento, la rimozione della stessa memoria della fonderia.
    (ANSA).
   

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