Sicilia

La storia del piccolo Claudio Domino per i pupi antimafia

Angelo Sicilia il 6 ottobre in scena nell'istituto del bimbo

La storia del piccolo Claudio Domino per i pupi antimafia

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 04 OTT - È l'ultimo spettacolo del ciclo dei Pupi Antimafia, in ordine di creazione, quello del puparo Angelo Sicilia, dedicato a Claudio Domino, vittima innocente di mafia all'età di 11 anni, che venerdì 6 ottobre alle ore 10.00 sarà portato in scena presso l'Ics "Ignazio Florio-San Lorenzo" a Palermo in occasione del 37esimo anniversario dell'omicidio (avvenuto il 7 ottobre 1986) nella scuola che Claudio frequentava. Angelo Sicilia conosceva molto bene Claudio Domino e la sua famiglia avendo vissuto la sua infanzia nello stesso quartiere San Lorenzo a Palermo. Erano insieme a giocare con altri bambini quel pomeriggio del 7 ottobre di 37 anni fa, fino a poco prima che uno sparo colpisse brutalmente la giovane vittima.
    "Claudio Domino era un bambino. E così lo racconteremo in scena. Nella sua naturalezza, nella vivacità e nella bellezza che gli appartenevano", spiega Angelo Sicilia, da 25 anni impegnato in un lavoro educativo e di diffusione di una cultura antimafia attraverso l'arte. "Sono trascorsi 37 anni dall'omicidio e 25 dall'inizio della mia attività artistica - continua l'artista -. Dopo la morte, per rispetto, con la famiglia di Claudio abbiamo deciso di non portare in scena la sua storia. Oggi è arrivato il momento. Proprio quest'estate la famiglia mi ha chiesto disponibilità a rappresentarla. E ho accettato. Non senza difficoltà. Perché, tra i protagonisti, ci sono anch'io", Lo spettacolo è stato realizzato di concerto con la famiglia Domino. I contenuti sono trattati nel rispetto della verità dei fatti. "Racconteremo quello che un bambino faceva, che tutti conoscevano nel quartiere. Un bambino gioioso, vivace, un bellissimo bambino dai capelli biondi. Ucciso senza un perché", continua Angelo Sicilia, che rinnova così il suo impegno antimafia. "Vorrei che questo spettacolo fosse un'occasione per riaprire il caso, che, dopo 37 anni non ha un colpevole. Non c'è giustizia ancora, né verità", continua Sicilia. L'obiettivo è scardinare ancora una volta quel falso mito della "mafia buona", che non toccava né i bambini né le donne". (ANSA).
   

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