Sicilia

Le "Orestiadi" da Gibellina a Palermo con omaggio a Calvino

Dall'1 dicembre al Montevergini la rassegna curata da Scuderi

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 21 NOV - Presentato stamani "Orestiadi a Palermo", il progetto delle Orestiadi di Gibellina che tornano a Palermo l'1, il 2 e 3 dicembre, per un'occasione importante: la riapertura del Teatro Nuovo Montevergini, grazie a un protocollo siglato dalla Fondazione con l'assessorato alla Cultura del Comune, il Teatro Massimo, l'Orchestra Sinfonica e il Teatro Biondo, il Conservatorio Scarlatti e l'Accademia di Belle Arti.
    "E' la fase invernale delle Orestiadi - spiega Alfio Scuderi che da 6 anni dirige il festival di Gibellina - e la riapertura del Montevergini è per me un momento emozionante. La fase cruciale è un omaggio per il centenario della nascita di Italo Calvino e inizierà con il racconto di quattro de "Le città invisibili", forse il testo più poetico e politico di Calvino.
    Venerdì e sabato Silvia Ajelli, Beatrice Barillà, Stefania Blandeburgo e Giuditta Perriera racconteranno Zora, Eufemia, Bersabea, Fedora e Leonia. A seguire Claudio Gioè e Filippo Luna leggeranno due "Cosmicomiche". Poi le musiche degli "Akkura", dopo aver fatto da colonna sonora, daranno vita a un concerto finale"." Domenica 3 dicembre alle 19,00 andrà in scena "Calvino e la Sicilia", un momento di testimonianze, ricordi e letture per ricordare il rapporto tra Calvino, Sciascia e Vittorini, con Luigi Maria Rausa e Roberto Salemi.
    La seconda parte del progetto prende il via il 9 e il 10 dicembre a Palazzo Riso "Laboratorio Orestiadi- tra arte e teatro" per ricordare quell'identità unica tra arte visiva e teatro che da sempre contraddistingue le Orestiadi. In mostra alcune opere della collezione delle Orestiadi, a cura di Enzo Fiammetta e alle 21,00 al Nuovo Montevergini va in scena Marco Baliani con "Corpo eretico, dialogo in tempo presente con Pier paolo Pasolini" e domenica con "Opposti flussi".
    Alfio Scuderi si divide tra il Teatro Stabile di Napoli, Gibellina e Palermo, e "l'esperienza napoletana accanto a Roberto Andò - osserva - è straordinaria. A Napoli il teatro resta una cosa serissima". (ANSA).
   

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