Sicilia

"Il sorpasso" del cinema italiano, in un libro sui suoi epigoni

La pellicola di Dino Risi con Gassman analizzata in un saggio

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 29 FEB - "Ci sono film che non invecchiano mai, pellicole che a rivederle a distanza di anni continuano a piacerci come la prima volta, spesso diretti da registi di cui è difficile scegliere quale sia l'opera migliore, quella da inserire in cima ad una ipotetica classifica dei loro film più belli", scrive Carmelo Franco, avvocato penalista palermitano appassionato sin da ragazzo alla storia del cinema . E alla luce di questa affermazione puntando la sua attenzione sul famoso film con Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant del 1962, ha scitto il libro, in distribuzione in questi giorni, "A scuola da Dino Risi Il Sorpasso e i suoi epigoni", per i tipi di Morlacchi Editore, (92 pagine, 13 euro). "Sono passati oltre sessant'anni dall'uscita in sala del primo road movie tutto italiano, come si può oggi definire il film di Risi, ma che all'epoca era un termine non ancora entrato in uso, nel nostro Paese come altrove. Il filone dei film su strada, infatti, riceverà consacrazione negli Stati Uniti e sarà riconoscibile come genere solo alla fine degli anni Sessanta, con l'uscita di pellicole quali Gangster Story (1967) e Easy rider (1969), e quindi il film di Risi lo si potrebbe considerare anche uno dei primi esemplari del nascente filone, almeno in itala", aggiunge Franco.
    Osserva il giornalista Ivan Scinardo nella postfazione: "Il cinema di quegli anni trovò così un proprio stile, usando le armi dell'ironia e della satira per raccontare la società del tempo, in perfetto equilibrio tra la commedia all'italiana e il dramma sociale. Nel libro non mancano i passaggi introspettivi che l'autore narra, scandagliando i caratteri dei personaggi".
    Per Davide Pulici, saggista italiano, fondatore, con Manlio Gomarasca, della rivista di cinema di genere, Nocturno, che cura la prefazione al libro:"Il sorpasso, ebbe le caratteristiche non solo di una pietra d'angolo rispetto alle produzioni indigene, ma di un archetipo, un palinsesto in grado di determinare finanche imitazioni & ricalchi Oltreoceano, ovvero in tutt'altro contesto storico e sociale. Il che depone, quindi, per un valore universale della pellicola, che travalica il qui e adesso italiota". (ANSA).
   

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