(ANSA) - CALTANISSETTA, 16 APR - "Arnaldo La Barbera era a
libro paga dei Madonia". Lo ha detto il pm Maurizio Bonaccorso
nella sua requisitoria ripresa questo pomeriggio nel corso del
processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via
D'Amelio che si celebra a Caltanissetta dinanzi alla Corte
d'Appello presieduta dal giudice Giovanbattista Tona.
Quello che è significativo sono le modalità in cui questo
contante viene versato. Nel '91 c'è un solo versamento di 8
milioni di lire, nel '92 questa persona di colpo cambia
abitudini rispetto alla sua attività bancaria e comincia a fare
versamenti continui per importi davvero consistenti. Certamente
non sono tutti proventi illeciti ma questo dato ci conferma
quello che hanno detto i collaboratori Vito Galatolo e Francesco
Onorato e cioè che La Barbera era a libro paga dei Madonia.
Quindi abbiamo un personaggio ambiguo che da un lato viene
costantemente finanziato dal Sisde. Dall'altra parte abbiamo i
collaboratori che ci raccontano di un rapporto con la mafia".
Sui rapporti tra La Barbera e la mafia il pm ha richiamato un
episodio raccontato nel corso del processo da parte del
collaboratore di giustizia Vito Galatolo. "Vicolo Pipitone -
dice il pm - era il luogo dove si sono fatti i più importanti
summit di mafia, dove venivano fatti omicidi. Da lì partivano
anche i commando per uccidere. Il collaboratore di giustizia
Vito Galatolo, chiamato a testimoniare durante questo processo,
ci ha detto che vide Arnaldo La Barbera entrare in vicolo
Pipitone in due episodi per incontrare suo zio Pino Galatolo che
in quel periodo era ai domiciliari, e quindi non poteva uscire".
(ANSA).
Borsellino: pm, "La Barbera a libro paga anche della mafia"
Bonaccorso: "Pentiti dicono che era a libro paga dei Madonia"