(ANSA) - PALERMO, 22 APR - Potrebbe riferirsi
all'affiliazione a Cosa nostra e al battesimo da killer la data
che Matteo Messina Denaro si fece tatuare durante la latitanza.
Nel tatuaggio che il boss aveva sul braccio sinistro si leggeva
otto-ottobre 1981 in numeri romani.
L'8 ottobre del 1981 il capomafia aveva 19 anni e mezzo ed
era il rampollo della famiglia di don Ciccio Messina Denaro. La
data, sospettano gli inquirenti, potrebbe segnare un momento
fondamentale per la sua vita: l'ingresso formale in Cosa nostra
seguito, il giorno successivo, dal debutto del giovane boss come
killer. Il 9 ottobre, infatti, è passato alla storia come il
venerdì nero di Palermo, una giornata di sangue in cui, nel bel
mezzo della guerra di mafia, in poche ore si verificarono 4
omicidi in città e uno in provincia. Delitti a cui Matteo
Messina Denaro, ritengono gli investigatori, potrebbe aver
partecipato.
Le vittime della pioggia di fuoco che insanguinò la città
furono Antonino Vitale, un agricoltore ucciso nel quartiere
Brancaccio, il pregiudicato mafioso Calogero Misuraca, residente
a Cinisi, ammazzato in piazza Marina mentre usciva dal palazzo
dell'Intendenza di Finanza, Agostino Calabria, ex autista di
autobus, ucciso a pochi metri dal luogo in cui ore prima era
stato ammazzato Vitale e Giovanni Costanza venditore ambulante,
anche lui eliminato nella stessa zona. Nella serata tra
Campofiorito e Bisacquino, nel palermitano, venne scoperto in
una discarica il cadavere di Giuseppe Stabile, allevatore
trovato col volto sfigurato. L'ultima vittima fu un
elettricista, Salvatore Manno, incensurato, trovato morto vicino
alla circonvallazione di Palermo.
Una mattanza che indusse l'allora ministro dell'Interno
Virginio Rognoni a mandare a Palermo il vice capo della polizia.
(ANSA).
In tatuaggio Messina Denaro ricordi del battesimo da killer
Il giorno dopo ci fu la mattanza a Palermo, 5 morti in poche ore