(ANSA) - PALERMO, 14 GIU - I tre ex agenti, due cacciati
dalla Polizia di Stato e uno in pensione, che accusarono le ong
Medici senza Frontiere, Jugend Rettet e Save The Children di
collusioni con gli scafisti (accuse finite in un nulla di fatto)
erano in contatto con la Lega e con Matteo Salvini a cui
avrebbero riferito quanto accadeva sulle navi delle associazioni
umanitarie sulle quali lavoravano come security privata per
conto della Imi Security Service.
È emerso nel corso del processo di Palermo che vede imputato
Matteo Salvini per il sequestro dei profughi soccorsi dalla
imbarcazione spagnola Open Arms nell'estate del 2019.
I pm della Procura di Palermo hanno chiesto di sentire come
testi i tre ex poliziotti Floriana Balestra, Pietro Gallo e
Lucio Montanino perchè riferiscano del procedimento aperto a
Trapani e conclusosi con il proscioglimento di tutti gli
imputati relativo a presunte complicità con i trafficanti di
uomini delle ong Save The Children, Msf e Jugend Rettet.
I tre, assoldati dalla security privata, in realtà sarebbero
stati dei "veri e propri infiltrati": "Dalla sentenza di
proscioglimento del Gup di Trapani - ha spiegato la procuratrice
aggiunta Marzia Sabella - si evince chiaramente che registravano
quanto accadeva a bordo per riferire e che in cambio delle
informazioni chiedevano posti di lavoro".
"Invece di informare degli eventuali illeciti (mai provati)
chi di dovere, contattarono la Lega e direttamente Salvini a
cui fornivano documenti, filmati e registrazioni per avere
vantaggi. Tutti questi elementi risultano dalle
intercettazioni", ha proseguito la procuratrice. "Eh, noi
abbiamo alzato 'sto polverone, qualcosa in cambio ci deve dare,
perché insomma...", diceva la Balistri non sapendo di essere
intercettata. "Cioè, tutte 'ste informazioni, e la campagna
elettorale piena, può fare un bordello che non finisce mai",
rispondeva Gallo. (ANSA).
Open Arms: Pm, 'poliziotti infedeli informavano Salvini su ong'
Procura cita sentenza del Gup di Trapani: 'Agivano per favori'