Sicilia

Dia, Cosa nostra cerca ancora leadership dopo morte di Riina

Indagini e operazioni ne hanno compromesso compattezza e forza

Redazione Ansa

(ANSA) - CATANIA, 18 GIU - "Le innumerevoli attività di contrasto eseguite nel corso degli anni, anche con la cattura di importanti latitanti, e l'apprensione da parte dello Stato dei patrimoni illeciti accumulati in decenni di attività criminale hanno fortemente ridimensionato il potere di Cosa nostra incrinandone la tradizionale struttura verticistica" che "continua a essere alla ricerca di una leadership che, dopo la morte di Salvatore Riina nel 2017, non risulta essersi più ricostituita". "Ogni tentativo di ricostituzione della 'commissione provinciale' è stato vanificato dalle incessanti attività investigative che ne hanno compromesso la compattezza e la forza". Lo scrive la Dia nella relazione relativa al semestre gennaio-giugno 2023. "Cosa nostra impegnata in ciclici avvicendamenti e in tentativi di stabilizzazione tra le nuove e vecchie generazioni - si legge nella relazione - ha adottato un modello di coordinamento basato sulla condivisione delle linee di indirizzo e su una gestione operativa collegiale e intermandamentale". "Nel contesto regionale siciliano, a Cosa nostra si affiancano altri sodalizi organizzati di matrice mafiosa - prosegue la relaziona della Dia - un rilievo particolare è da attribuire alla Stidda, storicamente nata in contrapposizione a cosa nostra, attualmente piuttosto incline a strategie di non belligeranza, prediligendo intese di condivisione e spartizione degli affari illeciti. Considerate le complesse relazioni tra le famiglie di cosa nostra e gli altri clan presenti nella Sicilia orientale, gli attuali equilibri criminali sono caratterizzati da assetti a 'geometria variabile' in ragione della fluidità delle leadership criminali e dei business illegali oggetto di contesa ovvero motivo di alleanze e tregue tra i diversi clan".
    "L'oramai minimale ricorso alla violenza da parte della criminalità organizzata siciliana - osserva la Dia - rafforza la tesi della capacità intrinseca della stessa di adattarsi in forma "camaleontica" ai nuovi mutevoli scenari dell'economia regionale, nazionale ed estera. Le attività giudiziarie evidenziano la preferenza di cosa nostra e delle altre organizzazioni mafiose siciliane a infiltrarsi negli ambienti affaristico imprenditoriali ove poter impiegare gli ingenti capitali illeciti di cui dispone".
    "Le attività di contrasto - emerge dalla relazione hanno confermato altresì i "tradizionali" interessi illeciti del traffico di droga, delle estorsioni, del gioco e delle scommesse on line. Inoltre, gli esiti delle attività investigative condotte negli ultimi anni, hanno evidenziato come la commissione i reati 'spia' (estorsioni, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti) sia, tra l'altro, 'prodromica' ad assicurarsi una posizione dominante nei settori economici di interesse per le mafie. Oltre alla richiesta del tradizionale 'pizzo', emergono modus operandi alternativi in base ai quali le organizzazioni criminali tenderebbero a prediligere forme più subdole e meno evidenti di imposizione estorsiva: alle consegne di denaro, ad esempio, si sostituirebbero le assunzioni o le forniture di prodotti e servizi che, per gli operatori economici vessati, riuscirebbero a far rientrare come "costo d'impresa, ben tollerato, o addirittura richiesto, in cambio di protezione". (ANSA).
   

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