Sicilia

Dia, mafia in Sicilia attiva su agroalimentare e pastorizia

Usano le più avanzate metodologie d'investimento su fondi Ue

Redazione Ansa

(ANSA) - CATANIA, 18 GIU - "In considerazione della vocazione agroalimentare e pastorale del territorio siciliano, l'incessante azione di contrasto di Forze di polizia e magistratura ha consentito di scoprire guadagni illeciti posti in essere con l'accaparramento di terreni agricoli da parte di aziende "mafiose" o infiltrate da soggetti vicini a personaggi della criminalità per ottenere contributi di sostegno allo sviluppo rurale concessi dall'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura". E' quanto emerge dalla relazione della Dia per il primo semestre del 2023.
    "Nell'intero territorio siciliano - osserva la Dia - il comparto agropastorale rappresenta il settore di traino per l'economia che, di conseguenza, attira l'interesse delle consorterie mafiose affiancate da prestanomi e professionisti compiacenti. Il fenomeno continua a interessare principalmente le aree agro-pastorali del cuore della Sicilia rappresentando una minaccia al reale sviluppo delle attività produttive del comparto. In questo ambito le indagini hanno disvelato anche il coinvolgimento di soggetti non direttamente legati alle organizzazioni criminali che hanno cercato di accaparrarsi ingiusti profitti attraverso false attestazioni o condotte fraudolente".
    "Da un punto di vista delle modalità operative - sottolinea la relazione - i soggetti mafiosi, come tutti gli attori sociali o economici hanno subito un'evoluzione, si sono adattati e adeguati ai mutamenti della società, hanno cambiato veste e modalità operative seguendo il corso del tempo. La loro più marcata propensione è quella di capire tempestivamente ogni variazione dell'ordine economico e di trarne il massimo beneficio. Le mafie siciliane, infatti, rivolgono le proprie attenzioni ad ambiti affaristico-imprenditoriali, approfittando della disponibilità di ingenti capitali accumulati con le tradizionali attività illecite. Sono organizzazioni criminali che ricorrono alle più avanzate metodologie d'investimento, riuscendo a cogliere anche le opportunità offerte dai fondi dell'Unione Europea. Le strategie criminali dei sodalizi mafiosi siciliani - ricostruisce la Dia - si sviluppano fondamentalmente su due distinti canali: il primo è quello incentrato sul controllo del territorio perpetrato attraverso il ricorso alle tradizionali attività delittuose finalizzate a dare forza al vincolo associativo; il secondo orientato al controllo delle attività economiche e delle gare pubbliche fino al condizionamento dei processi decisionali degli enti locali per accrescere il proprio consenso tra la popolazione".
    "Non può escludersi - conclude la Dia nella relazione sulla Sicilia - che Cosa nostra e le altre organizzazioni mafiose siciliane possano manifestare interesse per gli investimenti relativi allo stanziamento economico previsto dal Pnrr. In ragione di tale possibile minaccia va tenuta alta la guardia al fine di scongiurare ogni tentativo di infiltrazione mafiosa negli appalti pubblici siciliani". (ANSA).
   

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