Sicilia

Libri, Totò Burrafato ricorda il padre ucciso dalla mafia

Domani a Roma la presentazione alla Fondazione Einaudi

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 25 GIU - "Sento e vivo l'orgoglio di essere il figlio del maresciallo, ucciso dalla mafia, ma vivo e presente nel ricordo di chi lo ha amato ed ha imparato a conoscerlo".
    Totò Burrafato, ricorda così il padre Antonino, maresciallo in servizio presso la Casa Circondariale dei Cavallacci di Termini Imerese, ucciso da un commando mafioso il 29 giugno del 1982.
    "Mio padre era una persona buona e semplice, un padre di famiglia che non ha avuto paura di dire no mafia", dice Totò Burrafato. Un ricordo che domani 26 giugno alle 18, nell'aula Malagodi della Fondazione Luigi Einaudi, in via conciliazione a Roma, si legherà alla presentazione del libro di Totò Burrafato dal titolo 'Tutta un'altra storia', incentrato sulla figura del padre Antonino.
    Durante la presentazione, insieme a Burrafato, presidente del consiglio di amministrazione di Gesap, la società di gestione dell'aeroporto 'Falcone Borsellino' di Palermo, interverranno Giuseppe Benedetto, presidente della fondazione Luigi Einaudi, Andrea Delmastro delle Vedove, sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia, Davide Giacalone, direttore de La Ragione. Modera l'incontro Andrea Cangini, segretario generale della fondazione Luigi Einaudi.
    Un secondo appuntamento, a 42 anni dell'efferato omicidio, riguarderà la commemorazione del maresciallo Antonino, vittima del dovere e medaglia d'oro al merito civile alla memoria, con una celebrazione eucaristica in suffragio il 29 giugno, alle 18, presso la parrocchia di Sant'Antonio di Padova, a Termini Imerese.
    "La memoria, dunque, la memoria è fondamentale. A me, disgraziatamente, viene facile coltivare la memoria perché la ferita inferta alla mia famiglia non è di quelle che si possono rimarginare. Per questo continuerò testardamente a celebrare la memoria di mio padre e quella di tutti i caduti nella lotta alla mafia. E' un dovere necessario, altrimenti, prima o poi ci si dovrà pentire di aver cantato vittoria troppo presto", conclude Burrafato. (ANSA).
   

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