(ANSA) - PALERMO, 27 GIU - I porti siciliani, anche grazie
alla crisi di Suez, sono sempre più strategici nel Mediterraneo
e possono diventare un potente motore di sviluppo della Blu
economy nell'intero Mezzogiorno. E' per questo che Alessandro
Panaro, Head of Med&Energy del centro studi Srm di Napoli
collegato a Intesa Sanpaolo, domani al convegno "Il mare dentro"
organizzato dal quotidiano "La Sicilia" al Marina Yachting
Center di Palermo, illustrando i dati sul traffico marittimo
proporrà tre vie per lo sviluppo della Sicilia: investire sulla
sostenibilità e sulla digitalizzazione dei porti e promuovere
gli insediamenti produttivi nell'Isola utilizzando il
formidabile strumento della Zes Unica.
I dati di Srm parlano chiaro: la Sicilia ha un sistema marittimo
forte, caratterizzato da 3 Autorità di Sistema Portuale che
insieme movimentano circa 73 milioni di tonnellate di merci e
oltre 27 milioni di passeggeri. I trasporti marittimi e la
logistica sono un comparto fondamentale poiché conferiscono ad
un territorio efficienza dei processi di internazionalizzazione
delle imprese e sostegno alle esigenze del turismo.
La regione ha un interscambio marittimo pari a 27,6 miliardi di
euro (oltre il 90% del totale) e questo dimostra in modo
evidente quanto le imprese necessitino di scali sempre più
moderni e proiettati verso il futuro.
Il settore del Ro-Ro (navi che trasportano mezzi gommati) è una
delle eccellenze del traffico portuale della Sicilia, ma anche
di tutto il Paese. I porti movimentano, infatti, il 24% del
totale nazionale. Quindi, nel traffico container la Sicilia
potrebbe avere un ruolo importante.
La presenza, inoltre, di un numero notevole di arrivi turistici
via mare e di 1,7 milioni di crocieristi è la ulteriore conferma
di un territorio che deve sempre più essere orientato a
migliorare la sua vocazione marittima.
Della strategicità dei porti siciliani è convinto anche
Adriano Giannola, presidente della Svimez che, anticipando i
punti principali del suo intervento al convegno, avverte: "E' da
apprezzare la scelta del governo che ha creato un dicastero ad
hoc sul Mare affidato a Nello Musumeci. Preoccupa, però, che la
dispersione delle deleghe tra diversi ministeri in materia di
porti, di competenza di Matteo Salvini, e di Zes, attribuita a
Raffaele Fitto, non favorisca un approccio unitario al problema
che, invece, richiede grande attenzione, visione e tempestività
per l'alto (e altamente sottovalutato) rilievo strategico che
mare e portualità rivestono per il Paese".
"Oggi - prosegue Giannola - i porti meridionali, segnatamente
quelli di Gioia Tauro, Augusta, Palermo, Catania, Bari, Taranto
e Napoli, sono strategici al pari se non più di quelli di
Trieste e Genova, nella misura in cui l'Italia intenda
riappropriarsi del rango che le spetta nel Mediterraneo".
(ANSA).
Porti siciliani sempre più strategici nel Mediterraneo
Domani convegno a Palermo sulla blu economy
