(ANSA) - PALERMO, 25 LUG - Era la notte del 24 luglio dello
scorso anno quando fiamme altissime e devastanti si avvicinarono
al Tempio di Segesta, gettando nel panico gli abitanti di
Calatafimi e dell'intera Sicilia. Le fiamme circondavano il
tempio, avevano superato la strada tagliafuoco quando
all'improvviso si fermarono.
In pratica le donne di Calatafimi - Segesta hanno lavorato per
mesi usando stoffe da riciclare per rivestire un lato delle
colonne con i colori del sole e del mare. Il Tempio Dorico si
trasforma così virtualmente (e temporaneamente) in un telaio
dove si intrecciano tremila tessere di tessuto, una performance
fatta da oltre un chilometro e 200 metri di tela, ricavata da
abiti che hanno già avuto una vita.
Sono stoffe che richiamano il cielo e la terra, azzurro e ocra,
confini che il tempio pare quasi legare. Un unico abbraccio di
tela che segue il disegno di una greca, nato dalle mani di donne
e uomini del territorio che hanno raccolto l'idea di Silvia
Scaringella, artista che da tempo ha fatto suo il dialogo tra i
comportamenti collettivi e singoli, cercando un inevitabile
confronto con la natura, che ne esce sempre vincitrice.
"Volevamo esorcizzare il panico che avevamo provato - spiega il
direttore - nonostante i 150 ettari del Parco fossero stati
ripuliti. Non vi sono mai state erbe secche eppure abbiamo
rischiato di perdere il nostro bene più grande. Oggi
l'associazione Alba Nova delle donne del territorio riesce a
convertire tutto ciò che è vecchio o usato in qualcosa di nuovo.
Sono donne preziose che hanno contribuito al merito di
Calatafimi che è il paese con l' 82 % del riciclo. Dovevamo
reagire a qualcosa di terribile e l'abbiamo fatto e il prossimo
anno ripeteremo l'esperienza". (ANSA).
Una installazione ricorda l'incendio di Segesta un anno dopo
Realizzata con 1.250 metri di stoffe dalle donne di Calatafimi