(ANSA) - SIRACUSA, 14 SET - Tredici condanne, comprese tra
sei anni e 24 anni e sei mesi, per complessivi 190 anni circa di
reclusione e tre assoluzioni: è la sentenza emessa dal Tribunale
di Siracusa del processo contro il clan mafioso Trigila accusato
di gestire un "traffico di sostanze stupefacenti" e di imporre
"il controllo e la gestione di attività economiche che avrebbero
avuto una posizione dominante nei comparti del trasporto su
gomma di prodotti orto-frutticoli, della produzione di pedane e
imballaggi e della produzione e commercio di prodotti caseari".
Il procedimento è stato incardinato su un'informativa della
Squadra mobile della Questura di Siracusa nell'ambito
dell'operazione Robin Hood, del 2021, eseguita anche da
Carabinieri e Guardia di finanza.
Le pene maggiori sono state comminate ad Antonio Giuseppe
Trigila, di 73 anni, condannato a 24 anni e sei mesi, storico
capo dell'omonimo clan che avrebbe continuato a gestire dal
carcere tramite i familiari, e a suo figlio Giuseppe Trigila, di
50 anni, condannato a 20 anni, ritenuti i capi e i promotori
dell'associazione. Condannati anche Giuseppe Crispino (16 anni),
la figlia del capomafia, Angela Trigila (12 anni) e sua moglie,
Nunziatina Bianca (16 anni) ritenuti organizzatori della cosca
che era operante principalmente nei territori della zona
sud-orientale della provincia di Siracusa: a Noto, Avola,
Pachino e a Rosolini.
Queste le altre condanne: Marcello Boscarino, 6 anni,
Graziano Buonora, 13 anni, Giuseppe Caruso, 17 anni e sei mesi,
Giuseppe Crispino, 16 anni, Francesco De Grande 16 anni e otto
mesi, Emanuele Eroe, sei anni, Angelo Monaco, 12 anni, Trigila
Gianfranco, di 50 anni, condannato a 15 anni di reclusione.
Assolti: Alessandro Della Luna, Giovanni Gallieco e Carmelo
Trigila, di 64 anni. (ANSA).
Boss dava ordini dal carcere, condannato con moglie e figli
Sentenza a Siracusa sul clan Trigila, 190 anni per 13 imputati