(ANSA) - PALERMO, 26 SET - Palermo celebra una grande signora
del teatro europeo, la costumista e scenografa Santuzza Calì,
oggi novantenne, con una mostra che il Teatro Biondo inaugura il
28 settembre alle 18. La sua è una storia avventurosa, nipote
della pittrice Pina Calì, i genitori pensavano di iscriverla
alla facoltà di matematica, visto il suo talento per il numeri;
ma la nonna li andò a trovare, indossò uno scialle e si sedette
in poltrona, dicendo alla nipote: "Pittami", cioè dipingimi.
Fece vedere l'opera ai genitori, che a quel punto le diedero il
permesso di trasferirsi a Salisburgo per frequentare la
prestigiosa Accademia di Oskar Kokoschka.
Piccola, sottile, era instancabile. Il pittore se ne accorse
e spesso le lasciava al suo tavolo una caramella. "A marzo ho
compiuto 90 anni e dal periodo del Covid sono tornata in Sicilia
- racconta l'artista -. Abito tra le Madonie e Casteldaccia, di
fronte al mare. Dico sempre di voler tornare a Roma, la mia casa
è piena di dipinti, disegni, e un'infinità di bambole. Sì, a
Salisburgo sono diventata assistente di Kokoschka e fu lui il
primo a capire che avrei lavorato per il teatro. Mi ha insegnato
tra le altre cose, l'umiltà. Ma il destino aveva per me altri
disegni".
Tornata a Roma, conobbe tre registi che resteranno per sempre
nella storia del teatro: Alessandro Fersen, Emanuele Luzzati e
Aldo Trionfo. "Incontri fortunati - dice - che dopo qualche
tempo sono diventati amicizie. Il teatro ci insegna che il
destino va assecondato, guai a deviare dalla strada che ci viene
proposta o che mette in luce il nostro talento."
Calì ha una creatività straripante, i suoi costumi, come i
dipinti o gli acquerelli si riconoscono subito: sono luminosi,
con una cifra stilistica inconfondibile. "Ogni anno vado in
Grecia a dipingere - aggiunge -, lì la luce e i colori sono
quelli che amo. Prima di disegnare i costumi di uno spettacolo
bisogna leggere e amare un testo, recitarlo a voce alta, capire
il personaggio fin nel profondo e poi prendere in mano la
matita". (ANSA).
Santuzza Calì, l'allieva di Kokoschka diventata scenografa
Il Teatro Biondo di Palermo le dedica una mostra