"L'unica condotta che avrebbe potuto evitare, con certezza, la morte dei minori Mulone sarebbe stata la definitiva chiusura della riserva delle Macalube. Un approccio prudenziale, stante l'acclarata situazione di pericolo legata al possibile manifestarsi di un violento fenomeno parossistico coinvolgente la collina del vulcanelli, avrebbe dovuto indurre a circoscrivere tutta l'area con l'ovvia conseguenza che la stessa non sarebbe stata più fruibile al pubblico.
La corte confermò inoltre l'assoluzione in primo grado del funzionario della Regione, Francesco Gendusa. Secondo i giudici "né la legge né la complessa organizzazione in materia di protezione civile né il contratto di assunzione" dava ai due il potere di prendere un provvedimento del genere.
"D'altronde - spiegano i giudici - se l'istituzione della Riserva era finalizzata alla fruizione dell'area, una decisione di definitiva chiusura al pubblico del sito o avrebbe dovuto essere presa a - monte, prima dell'affidamento della gestione a Legambiente o avrebbe dovuto formare oggetto- all'esito di una preventiva opera di accertamento delle fonti di pericolo presenti nel territorio - di provvedimenti pubblicistici che non rientravano nella sfera di disponibilità di entrambi gli imputati". Il 27 settembre del 2014 i due fratellini furono travolti da un'ondata di fango mentre facevano una passeggiata insieme al padre.
Strage Macalube: corte, Legambiente non fu responsabile
Imputati non avevano potere di chiudere la riserva