(ANSA) - PALERMO, 02 OTT - "L'unica condotta che avrebbe
potuto evitare, con certezza, la morte dei minori Mulone sarebbe
stata la definitiva chiusura della riserva delle Macalube. Un
approccio prudenziale, stante l'acclarata situazione di pericolo
legata al possibile manifestarsi di un violento fenomeno
parossistico coinvolgente la collina del vulcanelli, avrebbe
dovuto indurre a circoscrivere tutta l'area con l'ovvia
conseguenza che la stessa non sarebbe stata più fruibile al
pubblico.
La corte confermò inoltre l'assoluzione in primo grado del
funzionario della Regione, Francesco Gendusa e di Giulio
Vasaturo e Daniele Ciancimino stabilendo che nessuna
responsabilità civile ci fosse da parte di Legambiente.
Secondo i giudici "né la legge né la complessa organizzazione
in materia di protezione civile né il contratto di assunzione"
dava ai due il potere di prendere un provvedimento del genere.
"D'altronde - spiegano i giudici - se l'istituzione della
Riserva era finalizzata alla fruizione dell'area, una decisione
di definitiva chiusura al pubblico del sito o avrebbe dovuto
essere presa a - monte, prima dell'affidamento della gestione a
Legambiente o avrebbe dovuto formare oggetto- all'esito di una
preventiva opera di accertamento delle fonti di pericolo
presenti nel territorio - di provvedimenti pubblicistici che non
rientravano nella sfera di disponibilità di entrambi gli
imputati".
Il 27 settembre del 2014 i due fratellini furono travolti da
un'ondata di fango mentre facevano una passeggiata insieme al
padre. (ANSA).
Strage Maccalube: corte, Legambiente non fu responsabile
Imputati non avevano potere di chiudere la riserva