Sicilia

Da una tesi di laurea studio contro rischio mortalità per Covid

Analisi condotta nel Policlinico di Palermo e pubblicata su Jcm

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 04 OTT - Dalla tesi di laurea in malattie infettive di uno studente della Scuola di Medicina di Palermo, Giuseppe Zinna, è nata la ricerca condotta da Antonio Cascio, direttore dell'unità operativa di malattie infettive del Policlinico "Paolo Giaccone", insieme a un gruppo di studio composto da infettivologi, internisti e pneumologi, per la valutazione del rischio di mortalità dei pazienti affetti da Covid-19. Lo sostiene una nota dell'azienda ospedaliera universitaria di Palermo. Lì e in parte presso l'Università della Campania è stato condotto lo studio, che è stato pubblicato sul "Journal of Clinical Medicine" Il lavoro porta la firma di Giuseppe Zinna, Mario Barbagallo, Luca Pipitò, Claudia Colomba, Nicola Scichilone, Anna Licata, Antonio Russo, Nicola Coppola e Antonio Cascio.
    "L'identificazione dei pazienti Covid-19 ad alto rischio è fondamentale per il processo decisionale nelle aree di emergenza. L'obiettivo primario dello studio era identificare nuovi predittori indipendenti di mortalità e la loro utilità in combinazione con i tradizionali punteggi di valutazione del rischio di polmonite e i nuovi punteggi di rischio per la malattia sviluppati durante la pandemia", affermano gli studiosi.
    "Grazie all'impegno del mio tesista Giuseppe Zinna, ora specializzando a Verona, - spiega Cascio - abbiamo pubblicato la ricerca derivata in parte dalla sua tesi di laurea, con cui abbiamo dimostrato il vantaggio ottenuto dall'aggiunta del rapporto Spo2/fio2, ossia la saturazione dell'ossigeno e la percentuale di ossigeno nell'aria inspirata, a tutti gli score diagnostici utilizzati per studiare con metodi rapidi, semplici ed economici, la gravità delle polmoniti e del Covid-19. Ciò al fine di individuare i pazienti con coronavirus che, al momento dell'accesso in ospedale, abbiano un più elevato rischio di morte".
    La precoce individuazione dei pazienti che avranno una maggiore probabilità di sviluppare una malattia critica è essenziale al fine di riservare a loro le cure più adeguate. (ANSA).
   

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