(ANSA) - CATANIA, 07 OTT - Non si dimette e rilancia con la
richiesta al prefetto di Catania di "mandare gli ispettori al
Comune" per "controllare i sette anni" da primo cittadini, "atto
per atto" e per "passare al setaccio" il suo operato certo che
"non c'è stata alcuna collusione, tolleranza o accondiscendenza
con la mafia". Lo ha fatto, in conferenza stampa a Palazzo
Alessi, il sindaco di Paternò, Antonino Naso, indagato dalla
Procura distrettuale di Catania per voto di scambio politico
mafioso, reato che, secondo l'accusa, sarebbe stato commesso con
esponenti del clan Morabito-Benvegna legato alla 'famiglia'
Laudani, durante le elezioni comunali del 2022.
"Qualsiasi decisione - ha spiegato il sindaco Naso - l'ho
presa sempre ascoltando la città. Non mi nascondo. Ho invitato
tutti i consiglieri comunali, opposizione e maggioranza perché
tutti siamo a servizio della città. In questo momento
particolare ho sentito il calore e ho deciso di metterci la
faccia come ho sempre fatto. Perché vivo la mia città e non la
rinnegherò mai. Il valore della libertà è incommensurabile, ma
ancora più grande è il valore della verità. Vogliamo la verità.
Possiamo aprire il comune sotto e sopra, ma vogliamo la verità.
Vengano a controllare i conti in banca del sindaco".
Il Tribunale del riesame di Catania, il 30 settembre
scorso, ha accolto il ricorso della Procura di Catania contro la
decisione del gip di rigettare la richiesta di emettere
un'ordinanza cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di
cinque indagati nell'operazione Athena, compreso il sindaco
Naso, per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio assieme ad
altri 48 imputati. Il Tribunale ha disposto la sospensione
dell'ordinanza agli arresti domiciliari, fino alla decisione
della Cassazione. (ANSA).
Sindaco Paternò, 'Prefetto mandi ispettori, nessuna collusione'
Naso indagato per voto di scambio: 'Si setacci il mio operato'