(ANSA) - PALERMO, 20 NOV - "Dobbiamo guardare al Mediterraneo
e ai migranti con l'occhio della storia, a volte faticosa e
cruenta, e quello dell'incontro, sennò questo diventa scontro.
Bisogna difendere sempre la vita, perché nessuno la perda e poi
dobbiamo considerare il mare Mediterraneo come il mare nostrum e
non un mare di nessuno dove la vita non conta più niente".
Zuppi è intervenuto in cattedrale parlando ai fedeli: "Cosa
vuole dire essere cristiani? Mettersi la medaglia? Essere
cristiani significa essere una comunità battesimale, nessuno è
spettatore, nessuno è estraneo. Siamo uguali? No, ma dobbiamo
costruire tutti insieme la comunità". Poi ha parlato della
bellezza della prossimità: "La conseguenza è che trovo il mio
prossimo, abbiamo tutto reso dovere senza spiegare l'amore. Se
vedo qualcuno che ha bisogno, l'aiuto e la chiave è la
compassione".
Poi un passaggio sulle relazioni: "Ci sono tante persone,
compresi i giovani, che stanno chiusi a casa e che noi dovremmo
guardare con l'amore. Abbiamo tante sofferenze, tante stranezze,
tante tristezze ma è anche tanto frutto delle difficoltà delle
relazioni. Ho paura che un eccesso di medicalizzazione senza la
prossimità non aiuti".
Secondo il vescovo Giurdanella, "il fervore è il sale della
testimonianza cristiana. A tutti chiedo uno slancio per superare
scoraggiamento e pessimismo, dobbiamo intraprendere nuove vie
dell'entusiasmo spirituale". (ANSA).
Zuppi, 'guardare ai migranti con l'occhio dell'incontro'
Da Mazara del Vallo l'appello del cardinale