Sicilia

Aree marine protette siciliane agli Stati generali di Roma

Su iniziativa del ministero dell'ambiente con Federparchi

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 18 DIC - Anche la Rete delle aree marine protette siciliane presente agli Stati generali delle aree protette italiane, organizzati ieri e oggi, nella Biblioteca nazionale centrale di Roma, su iniziativa del ministero dell'ambiente, in collaborazione con Federparchi. Parole d'ordine tutela e sostenibilità per un appuntamento che diventa anche momento fondamentale di rappresentatività dell'intero sistema. "La razionalizzazione della legge 394/91 - dice Davide Bruno, direttore dell'Area marina protetta Isola di Ustica - risulta fondamentale per il futuro delle aree marine e la partecipazione congiunta di tutti i portatori di interesse rappresenta un segnale di una nuova attenzione per un settore che negli ultimi anni è stato trascurato sotto tanti aspetti, facendo delle aree marine una sorta di 'cenerentola' del sistema. Per questo - conclude Bruno - auspichiamo che a conclusione dei lavori si possa elaborare un documento finale utile per un nuovo master plan per le aree marine protette.
    Vogliamo consolidare il ruolo delle aree marine nella tutela, la conservazione e la protezione del mare siciliano". "Un'opportunità di confronto con il ministero dell'ambiente e sicurezza energetica - aggiunge Salvatore Livreri Console, direttore dell'Area marina protetta Isole Egadi - dalla riforma della legge quadro delle Aree protette alla semplificazione amministrativa, alla futura evoluzione della conservazione della natura in Italia. Sono state due giornate ricche di idee, condivisioni e proposte per migliorare la gestione delle Aree protette - continua Livreri Console - ma soprattutto sono una occasione importante nel progetto di riforma della legge quadro 394/91, strumento strategico per la gestione delle aree protette". "Il ministero, secondo la logica della concertazione - sottolinea Bruno - ha ascoltato le istanze degli stakeholders, aree marine, parchi terrestri, associazioni di categoria, enti locali e territoriali al fine di aggiornare la normativa di riferimento in chiave moderna anche alla luce delle sfide climatiche e non ultimo degli impegni di natura internazionale, Agenda 2030 e 30by30, interventi necessari per la conservazione degli habitat e della biodiversità", conclude. (ANSA).
   

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