(ANSA) - ROMA, 09 GEN - "Se si pensa ai Promessi Sposi, i
protagonisti non sono certo Renzo e Lucia, ma Don Abbondio e il
suo modo di essere. Questo vale anche per L'abbaglio, in cui i
due personaggi di Ficarra e Picone non ricordano troppo quelli
di Gassman e Sordi della Grande guerra in cui c'era ancora
speranza, mentre in loro c'è l'eterno defettibile che tiene
spesso in piedi il nostro Paese".
In questo film, costato ben 18 milioni di euro e spesso
recitato in dialetto stretto (ci sono i sottotitoli), l'impresa
garibaldina, con tanto di sbarco e grandi battaglie da kolossal
e la storia di questi due ultimi che inizialmente disertano e
poi, solo alla fine, ritrovano un po' di quella dignità che
saranno pronti a perdere anni dopo. Nel cast anche Pascal
Greggory nei panni di Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero
dell'esercito borbonico, Giulia Andò, Leonardo Maltese, Vincenzo
Pirrotta e Andrea Gherpelli.
"È vero - dice ancora il regista palermitano - ci sono grandi
scene in questo film che considero un po' il mio western con la
Sicilia come terra di frontiera, ma va considerato che quando
Garibaldi arrivò, molti picciotti lo vedevano come un Gesù
Cristo, un Che Guevara. Quello che Garibaldi promise purtroppo
non fu tutto mantenuto, molte cose passarono sopra la sua
testa". (ANSA).
Andò, 'l'impresa dei Mille? La Grande Guerra senza speranza'
L'abbaglio, Ficarra, Picone e Servillo in un'epopea siciliana