(di Max Firreri)
(ANSA) - SALEMI, 14 GEN - "Se rifletto su quei mesi trascorsi
con lui, penso che sia stato come aver fatto il militare; del
resto lui era un maresciallo e noi siamo stati suoi allievi".
Sono passati 17 anni da quando Claudio Colomba venne scelto,
insieme ad altri 14 giovani, come allievo del corso tenuto dal
fotografo Oliviero Toscani a Salemi (Trapani), morto ieri a 82
anni per una malattia rara.
In Sicilia, nel 2008, Toscani ha vissuto la sua unica
esperienza di politica attiva come assessore dell'allora sindaco
Vittorio Sgarbi. Per Salemi sono stati gli anni della
"rivoluzione culturale" e Toscani, chiamato proprio dall'amico
critico d'arte, accettò la sfida di guidare un assessorato
innovativo "alla creatività e ai diritti umani". Toscani rimase
in giunta sino all'inizio del 2010. "Andò via, in verità, perché
diceva sempre che la popolazione non l'aveva accolto - racconta
Nino Grillo, avvocato e collega assessore di Toscani -, ricordo
un aneddoto che dava la misura di chi era Oliviero: odiava le
macchine parcheggiate e si scontrò finanche col parroco di
allora perché chiedeva che i fedeli parcheggiassero in piazza
per assistere alla messa in chiesa".
L'esperienza a Salemi di Olivero Toscani è rimasta viva in
quel gruppo di allievi che sfruttò l'opportunità data dal Comune
di lavorare con un interprete della fotografia contemporanea, ma
anche con un controverso cultore della dismisura. "Alle
selezioni del 'casting dell'intelligenza' ci presentammo in 1500
- racconta Giovanni Navarra, un altro dei 15 allievi creativi -
noi eravamo sette amici con la passione comune per video e foto,
e siamo stati scelti per il laboratorio". Di Toscani ricordano
ancora il carattere rigido e la sua intolleranza ai tempi lenti.
"Si scontrava con la burocrazia e non accettava che, anche per
acquistare una stampante, si impiegassero giorni", ricorda Nina
Grillo.
"Sul campo della creatività, invece, era un genio, - racconta
Claudio Colomba -. Passeggiando a Salemi era capace, davanti a
noi, di criticare una saracinesca e di farci fermare a
fotografare un rudere". Qualcosa di banale agli occhi dei
giovani "che lui, però, sapeva rendere creativo". Da lì nacque
l'idea della 'casa dei geometri', fotografando opere incompiute
e obbrobri. E non solo. "Se oggi esiste il museo della mafia lo
si deve anche a Olivero Toscani - spiega Nina Grillo - il logo è
una sua idea e l'allestimento fu reso possibile grazie anche
agli allievi che lavorano con lui". 'Benedivino' è stata
un'altra creazione di Toscani: "l'idea è nata durante una cena
con lui, lo chef Fulvio Pierangelini e Sgarbi - racconta la
Grillo - io dissi che con la quantità di vino che si produce in
provincia di Trapani si sarebbe potuto riempire il lago di Como,
così Oliviero pensò di riempire di vino il teatro del centro Kim
a Salemi con una serata di musica e danza". (ANSA).
La rivoluzione culturale di Salemi con Toscani assessore
Il fotografo fu in giunta con Sgarbi dal 2008 al 2010