Sicilia

Tumori: in Sicilia per pancreas screening in soggetti a rischio

In reparto Medicina 1 dell'ospedale Civico di Palermo

Tumori: in Sicilia per pancreas screening in soggetti a rischio

Redazione Ansa

(ANSA) - PALERMO, 18 LUG - Alcuni studi internazionali hanno dimostrato che è possibile fare una diagnosi precoce del cancro al pancreas di una popolazione a rischio, utilizzando lo screening come metodo e la risonanza magnetica nucleare come migliore strumento sul piano costi-benefici. Ma solo la certezza dell'efficacia ne giustificherebbe una pratica clinica estesa a tutta la popolazione. Da qui, l'avvio di un 'trial' controllato sull'efficacia dello screening del cancro al pancreas nell'ospedale Arnas Civico di Palermo, messo a punto dagli specialisti di "Medicina interna 1", diretta da Alberto Maringhini, in collaborazione con l'Ordine dei medici provinciale presieduto da Toti Amato, consigliere nazionale Fnomceo. Il progetto di indagine è stato presentato stamattina al Civico da Maringhini e Amato, con il direttore sanitario Salvatore Requirez. Il cancro del pancreas è la terza causa di morte nei Paesi occidentali, diventerà la seconda nel 2030.
    L'elevato indice di mortalità (il 95% a 5 anni dalla malattia) è legato ad una diagnosi e sintomi tardivi, ad un accertamento della malattia insoddisfacente e all'inefficacia della terapia.
    Nel 10% dei casi, il tumore è associato a malattie genetiche e a familiarità. "Nel progetto si tracciano anche percorsi di formazione con sistemi trasversali - dice Requirez - affinché ciò che viene stabilito, approvato e condiviso dalle ricerche diventi patrimonio di tutta la comunità scientifica". "Lo studio - spiega Maranghini - nasce dall'aumento della mortalità per cancro al pancreas e la necessità di salvare vite, selezionando in Sicilia i soggetti più a rischio di lesioni precancerose e tumori solidi localizzati per valutare benefici, rischi e costi dello screening e della sorveglianza. L'obiettivo è migliorare la sopravvivenza di un paziente o salvargli la vita". "Il nostro ruolo - osserva Amato - è individuare a livello regionale, grazie al supporto di tutti gli altri ordini provinciali, chi presenta lesioni sospette secondo gli indicatori di ricerca stabiliti dai coordinatori dello studio (Alberto Maringhini, Anna Riili e Margherita Rossi), cioè la storia familiare di tumore pancreatico, la presenza di alcune specifiche mutazioni germinali o di sindromi genetiche ereditarie. I soggetti che rientrano in queste categorie saranno inseriti nel programma diagnostico previsto dalla linee guida internazionali dedicate e verranno segnalati al team della Medicina 1, dove inizieranno un percorso di cura e sorveglianza", conclude. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it