(ANSA) - PALERMO, 10 MAR - Colpita da una malattia rara quasi
al termine di una gravidanza gemellare e salvata assieme ai due
neonati da una équipe medica multidisciplinare dell'ospedale
Civico di Palermo, grazie all'immediata attivazione di un
protocollo ben definito. E' successo alcune settimane fa, quando
una donna di 43 anni, Gemma Agostino, si rivolge al pronto
soccorso ginecologico nell'unità di ostetricia e ginecologia del
Civico per eseguire alcuni accertamenti. Effettivamente, dagli
esami emerge un quadro clinico, a detta dei sanitari, abbastanza
grave e complesso con pressione arteriosa molto alta. A questo
punto, nel reparto diretto da Antonio Maiorana, si decide di far
nascere subito i due gemelli, un maschietto e una femminuccia,
prima delle 40 settimane. I neonati, in buone condizioni di
salute, vengono tuttavia portati in incubatrice come avviene in
questi casi. La mamma continua, però, a star male, i valori
ematici sono in forte peggioramento e viene compromessa la
funzione renale. Il forte sospetto è una patologia rara. A
questo punto, viene coinvolto il responsabile della nefrologia,
Angelo Ferrantelli, che fa scattare un protocollo che prevede un
percorso diagnostico terapeutico assistenziale con il
coordinamento multidisciplinare interno al Civico tra
ginecologia, rianimazione, nefrologia e farmacia. Nel frattempo,
le condizioni della signora si aggravano e viene trasferita in
rianimazione, dove viene presa in carico dalla équipe diretta da
Vincenzo Mazzarese. A seguito di un particolare esame, eseguito
nel laboratorio del Policlinico di Palermo, in circa due ore
arriva la diagnosi: sindrome uremico emolitica atipica. Solo un
farmaco può salvare la vita della neomamma è l'Eculizumab.
"Subito - spiega il dottore Ferrantelli - abbiamo attivato di
notte le nostra farmacia che ha provveduto a recuperare il
farmaco salvavita. Finalmente nell'arco di dieci giorni la
signora è uscita dal pericolo di vita". "Sono stati tutti
angeli, sia i medici che tutto il personale sanitario
dell'ospedale Civico. Attenti, premurosi, rassicuranti. Voglio
ringraziarli tutti perché a loro devo la vita e quella dei miei
bambini, Emmanuel e Miriam". (ANSA).
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