(ANSA) - PALERMO, 16 APR - In occasione della giornata
nazionale per la donazione degli organi, oggi, l'Irccs
Ismett-Upmc (Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad
Alta Specializzazione), l'ospedale nato 25 anni fa da una
partnership tra l' University of Pittsburgh medical center e la
Regione Siciliana, lancia una campagna di informazione e
sensibilizzazione sulla donazione di organi da vivente, in
particolare di rene e fegato.
Con questa iniziativa l'Istituto, l'unica struttura a
praticare il trapianto di fegato da vivente in Sicilia, sia per
pazienti adulti che pediatrici, vuole sensibilizzare e educare
l'opinione pubblica sulla sicurezza e sull'efficacia della
donazione da vivente, opzione alla donazione da cadavere.
Caratterizzata dal claim "Chi dona salva la vita degli altri
senza cambiare la propria", la campagna fornisce informazioni
scientifiche precise e condivide buone pratiche, puntando
soprattutto sulla testimonianza diretta di alcuni donatori che
con il loro gesto hanno salvato vite umane, dimostrando che la
pratica è sicura per il donatore, la cui vita torna alla
normalità in poche settimane, e altamente efficace per il
ricevente. Si consideri poi che questo tipo di operazione, per
esempio nel caso del fegato, avviene contemporaneamente nel
ricevente e nel donatore, limitando al minimo i tempi di
ischemia dell'organo e minimizzando i rischi.
Attraverso video e immagini, l'Ismett dà quindi spazio alle
storie di persone e pazienti reali, raccolte nel sito dedicato
al progetto https://www.ismett.edu/trapianti-da-donatore-vivente
per un racconto senza filtri sui benefici e i bassi rischi
dell'operazione.
"Stimolare una riflessione attorno al tema e diffondere
informazioni corrette riguardo l'espianto di organi da donatore
in vita è per noi una priorità e rientra nella visione di Ismett
e di tutta la rete Upmc. Da anni, infatti, lavoriamo in sinergia
con i centri per incentivare pratiche sicure, innovative,
efficaci ed efficienti che possano migliorare la vita e la
salute delle persone. La campagna nasce proprio con l'obiettivo
di dare voce alle persone che hanno donato per accendere un faro
su questa pratica medica, mostrandone la sicurezza e i
benefici"dice Angelo Luca, Direttore di Irccs Ismett-Upmc e VP
Health Services, Scientific and Medical Director, Upmc Italy.
Rosa, una donatrice, racconta: "Ho donato parte del fegato a
mio padre. Lui ha dato la vita a me e io l'ho data a lui. È
sempre stato il mio eroe, da bambina nei weekend lo accompagnavo
al lavoro, mi piaceva così tanto guardarlo mentre imbiancava i
muri che senza accorgermene ho imparato a farlo. Ci siamo
ricoverati una domenica d'aprile, avevo ventitré anni e un
figlio di un anno, lui ne aveva quarantacinque. Prima di entrare
volevo dirgli "ti voglio bene", ma non ci sono riuscita e allora
gli ho detto "ci vediamo dopo". Gli ho donato il 56% del mio
fegato". "Dopo l'operazione - continua - ero spaventata, temevo
che avrei avuto problemi. Però, proprio mentre pensavo a queste
preoccupazioni, un ragazzo ha bussato alla porta. Non mi
conosceva ma era venuto a darmi sostegno, aveva donato il fegato
poco tempo prima e voleva rassicurarmi. Quel gesto è stato
importantissimo, sono qui a raccontare la mia storia perché
spero di potere restituire ciò che quel ragazzo ha fatto con
me". (ANSA).
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"Chi dona salva la vita degli altri senza cambiare la propria"