Un esercito di 270.000 uomini, armato e addestrato dagli americani e dotato di copertura aerea, che si ritira davanti ad alcune migliaia di guerriglieri lasciando nelle loro mani alcune delle più importanti città del Paese.
Ad ammetterlo implicitamente é oggi uno dei principali quotidiani filo-governativi, Al Sabah, secondo il quale l'offensiva é stata decisa in una riunione ad Amman tra 13 fazioni sunnite anti-governative, compresi i rappresentanti dell'ex partito Baath di Saddam Hussein, messo al bando dopo la caduta del regime e oggi guidato dal suo ex vice Izzat Ibrahim al Duri, che vive all'estero da anni. Non é chiaro quanto siano attendibili le "fonti di Intelligence" citate dal giornale, che accusa anche Arabia Saudita e Qatar di avere fornito i finanziamenti per acquistare armi sul mercato nero. Ma l'articolo coglie il senso di malcontento e le recriminazioni di una comunità che si sente emarginata a partire dalla caduta del vecchio regime.
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I jihadisti raccolgono consensi a causa dell'emarginazione