Medio Oriente

Tregua a Gaza. Netanyahu cauto: "Presto per stabilire se calma durerà"

'Colpi di avvertimento' sul confine: soldati israeliani allontanano dimostranti dai reticolati

Your browser doesn't support HTML5 video.

Redazione Ansa

Colpi di avvertimento sono stati sparati da militari israeliani dislocati lungo la linea di demarcazione con Gaza, all'altezza del rione Sajaya di Gaza City. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Maan. Radio Gerusalemme ha confermato la notizia e ha precisato che i soldati hanno cercato di allontanare un gruppo di dimostranti palestinesi avvicinatisi ai reticolati di confine. Non si segnalano vittime.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il presidente palestinese Abu Mazen si sono incontrati segretamente alcuni giorni fa ad Amman per discutere della tregua a Gaza. Lo rivela il quotidiano giordano al-Ghad. In Israele, ha riferito radio Gerusalemme, la notizia non ha per ora conferma.

Napolitano ha accolto con grande sollievo e viva speranza l'annuncio del "cessate il fuoco", per un periodo non limitato, raggiunto tra Israele e l'Autorità Palestinese. In un momento in cui la regione è attraversata da gravi tensioni, esprime inoltre apprezzamento a Netanyahu ed Abu Mazen per l'accordo raggiunto anche grazie alla mediazione egiziana.

Ieri, in una conferenza stampa, Netanyahu ha comunque detto che Israele ''vedrebbe di buon occhio'' l'ingresso della forze di Abu Mazen a Gaza. Il premier israeliano all'indomani del cessate il fuoco si è tenuto cauto con le dichiarazioni. ''E' ancora presto per poter stabilire se sia stato effettivamente raggiunto un periodo prolungato di calma'', ha affermato, aggiungendo che Israele ha ottenuto grossi successi militari e politici su Hamas con l'operazione a Gaza. Fra questi l'uccisione di da parte delle forze armate israeliane di ''quasi 1000 terroristi nemici''. ''Hamas ha patito il colpo piu' duro dalla sua fondazione'', ha detto, sia sul piano militare che su quello politico. "Hamas è stata colpita duramente e non ha ottenuto nessuna delle sue richieste nel firmare il cessate il fuoco". 'Saremmo felici di vedere le forze di Abu Mazen entrare a Gaza'', ha proseguito. ''Il presidente Abu Mazen deve decidere da che parte sta. Noi speriamo che continui a sostenere un accordo di pace con Israele'', mentre Hamas, ha rilevato il premier israeliano, ''vuole la nostra distruzione''.

L'accordo di cessate il fuoco per ora regge. Israele ha riaperto il valico di Erez con la Striscia ai malati, ai commercianti e ai palestinesi di Gaza che hanno permessi speciali. Ma è stata ridotta la 'zona di interdizione': agli agricoltori palestinesi viene consentito di avvicinarsi fino a 100 metri dal confine. Per i pescatori, la zona autorizzata torna a 6 miglia marine. Fra un mese passerà a 12.

Intanto la vita è tornata a Gaza City. Le sue strade sono intasate, mentre molte migliaia di persone lasciano i rifugi dove erano riparate nelle settimane scorse per rientrare nelle abitazioni, anche se spesso danneggiate dai bombardamenti. Nelle vie di Gaza si vedono file di automobili cariche di materassi e coperte dirette verso le localita' dove per due mesi sono infuriati combattimenti. E il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha fatto la sua prima apparizione pubblica dall'inizio del conflitto con Israele.Quasi senza preavviso Haniyeh - che da 50 giorni, cioà dall'inizio dell'offensiva, era nascosto in una località sconosciuta - è apparso in una piazza di Gaza City ed ha arringato la folla.

La guerra a Gaza è finita dopo 50 giorni: l'Egitto è riuscito a mettere d'accordo Hamas e Israele per un cessate il fuoco "illimitato". E dalle 18 italiane di ieri le armi hanno cominciato a tacere dopo una giornata che ha segnato, anche dopo quell'ora, un fitto lancio di razzi dalla Striscia sui villaggi nei pressi della frontiera con l'enclave palestinese. Le ultime vittime prima dell'inizio della tregua sono state due civili israeliani centrati da un colpo di mortaio, mentre i raid di risposta dello Stato ebraico hanno fatto tre morti a Gaza.

L'accordo - annunciato da Hamas e confermato a nome dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) dal presidente Abu Mazen con un messaggio tv - ha posto fine alla più lunga operazione di Israele nei confronti della Striscia, cominciata lo scorso 8 luglio dopo il continuo lancio di razzi da Gaza.

Spari in aria e grida di gioia: "Dio è grande, la resistenza palestinese ha vinto". Un fiume di gente si è riversato per le strade di Gaza per festeggiare la notizia del cessate il fuoco "illimitato" raggiunto con la mediazione egiziana. Dalle tv controllate da Hamas, i portavoce della fazione islamica parlano di "grande vittoria" contro Israele.

L'intesa è stata salutata da un sospiro di sollievo da più parti: gli Stati Uniti, ha affermato Jen Psaki, portavoce del Dipartimento di Stato, esprimono "sostegno totale". Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha detto che "ora è necessario che israeliani e palestinesi avviino al più presto negoziati per una tregua duratura e un'intesa politica che porti finalmente a una soluzione stabile del conflitto". Nel dare il benvenuto alla tregua a Gaza, il Segretario Generale dell'Onu Ban Ki moon ha auspicato che il cessate il fuoco "sia un preludio a un processo politico come unica strada per raggiungere una pace duratura". Gli Usa "sostengono fortemente l'accordo di cessate il fuoco" tra Israele e Hamas e auspicano "che sia sostenibile e duraturo", ha affermato il segretario di Stato John Kerry, aggiungendo che "appena sara' ripristinata la calma dovra' essere accelerata la necessaria assistenza alla popolazione di Gaza, e gli Stati Uniti e la comunita' internazionale sono pienamente impegnati a sostenere tale sforzo".

In questi 50 giorni di guerra su Israele sono caduti - secondo l'esercito - 4562 razzi e colpi di mortaio, mentre l'aviazione israeliana ha attaccato 5262 obiettivi a Gaza. E in Israele non tutti sembrano d'accordo con il cessate il fuoco.

L'accordo per il cessate il fuoco a Gaza prevede, "simultaneamente", una serie di misure per togliere il blocco alla Striscia e "andare incontro ai bisogni della popolazione". E' quanto afferma una fonte palestinese che ha chiesto l'anonimato all'agenzia egiziana Mena.

Col prolungarsi del conflitto con Hamas il sostegno al premier israeliano Benyamin Netanyahu per la conduzione delle operazioni militari è crollato. Ha toccato l'82 per cento il mese scorso con l'inizio delle operazioni terrestri a Gaza; la settimana scorsa, quando era in vigore un fragile tregua, e' calato al 55%. Adesso - riferisce la televisione commerciale Canale 2 - con la ripresa di massicci bombardamenti di Hamas e' di appena il 38 per cento.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it