I jihadisti siriani filo-al Qaida del Fronte al Nusra hanno inflitto di recente duri colpi - all'interno del fronte anti-regime - ai ribelli 'moderati' dell'Esl, armati e addestrati dagli Usa, fagocitandone di fatto molti superstiti. Lo scrive il Washington Post da Idlib, sostenendo che l'Esl è stato costretto a ritirarsi da molte sue residue roccaforti nel Nord del Paese: cedendo le armi ai qaedisti sullo sfondo di un'ondata di defezioni dalle sue file a quelle di al-Nusra.
Lo Stato islamico ha decapitato otto miliziani siriani anti-regime nell'est della Siria. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) precisando che il crimine è avvenuto ad Albukamal, al confine con l'Iraq. I cadaveri degli otto sono stati poi crocifissi.
Esperto petrolifero cercasi, ma sia fedele a jihad
Avviso ai disoccupati: l'Isis cerca un amministratore esecutivo per la produzione di petrolio. La paga offerta è di 225 mila dollari l'anno. Unico requisito imprescindibile: il candidato deve essere fedele allo stato islamico, oltre che inviare un curriculum vitae. Il singolare annuncio è riportato dal quotidiano britannico The Times che cita Russia Today. L'Isis, secondo fonti citati dal quotidiano, soffre la carenza di esperti petroliferi perché gran parte di loro è fuggita dal momento che chi si rifiuta di lavorare viene giustiziato. Lo Stato islamico controlla attualmente molti dei giacimenti petroliferi in Siria ed Iraq, in particolare nella seconda principale città irachena, Musil. Gli introiti dalla vendita del petrolio rappresentano la fonte principale per il finanziamento delle attività terroristiche dei jihadisti. Alcuni esperti citati dal Times ritengono che sarà difficile trovare un candidato veramente esperto perche lo stipendio non è adeguato allo sforzo ed al rischio. La fuga di molti ingegneri e tecnici petroliferi, ha ridotto secondo il quotidiano, la produzione nei giacimenti controllati dall'Isis. Il petrolio è considerato la fonte di reddito principale che genera circa 2 milioni di dollari al giorno. Sul fronte siriano, l'Isis, ha annunciato oggi di aver preso il controllo del giacimento di gas nella provincia centrale di Homs. È il secondo giacimento di gas a finire nelle mani dell'Isis dopo una settimana di scontri con le forze governative. Oltre a diversi veicoli ed armi militari, L'Isis ha pubblicato, secondo il sito, SITE Intelligence Group, citato da Russia Today, 18 fotografie con le bandiere dell'Isis che sventolano sopra il giacimento di Jahhar. alla fine del mese scorso i jihadisti si erano già impossessati del giacimento di gas chiamato Ashaer, più grande perfino di Jahhar.
Video shock,miliziani contrattano per acquisto schiave
Discutono, negoziano e scherzano su come comprare o vendere schiave yazide perché "oggi c'è il mercato degli schiavi". E' l'agghiacciante scena mostrata da un video diffuso dal canale panarabo Al Aan TV, che mostra un gruppo di terroristi dell'Isis mentre si mettono d'accordo per avere nuove schiave sessuali o liberarsi di quelle che non vogliono più. Ognuno di loro può comprarne una. I loro dialoghi sono sottotitolati in inglese
'Istituiremo Califfato islamico in Sinai'
L'Isis annuncia con un comunicato che il Califfato islamico sarà istituito in Sinai, definendolo "il primo passo sulla strada dell'invasione di Gerusalemme". Il comunicato contiene inoltre nuove minacce alle forze dell'ordine egiziane, già vittime della strage del 24 ottobre. L'Isis invita i jihadisti della regione a "distruggere i check point e i commissariati di polizia, a lanciare Rpg sulle loro adunate e a dimostrare al mondo che bisogna imporre la legge di Dio"
Iraq , 200 Yazidi rilasciati in cambio riscatto
Sono 130 donne e 70 bambini e anziani
Duecento membri della minoranza Yazidi, in maggioranza donne, rapiti nell'agosto scorso dallo Stato islamico (Isis) durante la sua avanzata nel nord dell'Iraq, sono stati liberati in cambio del pagamento di ingenti riscatti. Lo ha reso noto Nuri Othman Sanjari, responsabile del governo della regione autonoma del Kurdistan iracheno per le famiglie e gli sfollati, citato dalla stampa locale. Gli ostaggi rilasciati sono 130 donne e una settantina di bambini e anziani, ha precisato Sanjari. Altre centinaia di donne e bambini, secondo fonti locali, rimangono nelle mani dei jihadisti. "Le trattative per la liberazione sono state complicate e difficili, e personalità all'interno e all'esterno della regione del Kurdistan vi hanno avuto un ruolo", ha detto Sanjari, senza precisare se i riscatti siano stati pagati interamente dalle famiglie o anche da autorità e organizzazioni non governative.