Più di 400 tra medici, infermieri e personale sanitario in genere, 250 posti letto per 3500 giornate di degenza l'anno e una dotazione di laboratori e attrezzature per lo studio e la cura di patologie infettive pericolose dalla Sars a Ebola unica in Italia e riconosciuta anche a livello mondiale. Questi i numero dell'istituto Nazionale per le Malattie Infettive 'Lazzaro Spallanzani' dove è ricoverato il medico di Emergency contagiato dal virus Ebola in Sierra Leone.
La storia dell'istituto inizia nel 1936, quando viene fondato per la lotta alle malattie infettive con particolare 'focus' sulla poliomelite. La struttura viene ricostruita negli anni '90 in risposta all'emergenza Hiv, e viene dichiarata Irccs nel 1996, mentre dal 1995 è 'polo di riferimento nazionale per Ebola o altri virus emorragici'. Attualmente all'interno dei 134mila metri quadrati dell'ospedale ci sono l'unico laboratorio attivo ed autorizzato del Paese di livello di biosicurezza 4, 5 laboratori di livello 3 e di una banca criogenica a pressione negativa. In questi laboratori, progettati per evitare qualsiasi fuoriuscita di aria potenzialmente contaminata, vengono analizzati i campioni.
Dal punto di vista internazionale l'istituto, che alla fine del 2013 contava un personale sanitario di 426 unità fra medici (75), infermieri (253) e altri tecnici, è membro attivo del Global Outbreak Alert and Response Network coordinato dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) dal 2003, ed è Centro collaboratore dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'assistenza, la diagnosi, la risposta e la formazione sulle patologie ad elevata pericolosità. Coordina inoltre alcuni network europei dedicati alle malattie altamente infettive, come lo European Network for Highly Infectious Diseases (EuroNHID).
Spallanzani, struttura ad alta sicurezza VIDEO
Una piccola città mobilitata contro il virus
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