Il summit di Minsk si è concluso dopo una maratona negoziale durata oltre 13 ore per riavviare il processo il pace in Ucraina: Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande hanno discusso in modo serrato, alternando anche il formato allargato agli staff diplomatici, parallelamente al gruppo di contatto (Mosca-Kiev-Osce-separatisti). Durante i negoziati, il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, aveva detto che le trattative proseguono in modo "super".
Il leader del Cremlino, tra l'altro, si è portato non solo due consiglieri presidenziali come Iuri Ushakov e Vladislav Surkov, ma anche il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, che già in giornata aveva parlato di "notevoli progressi". Poi l'arrivo dei leader delle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, Aleksandr Zakharcenko e Igor Plotnitski, pronti a firmare un eventuale documento. Anche Poroshenko si era detto fiducioso di trovare "un compromesso all'interno del Paese" per "fermare le ostilità immediatamente e senza condizioni e avviare il dialogo politico, senza interferenze esterne". "O la situazione si avvia sulla strada della de-escalation, della tregua... o la situazione va fuori controllo", aveva avvisato, annunciando nel secondo caso l'introduzione della legge marziale in tutto il Paese. La giornata era cominciata con una nuova riunione del gruppo di contatto (Mosca, Kiev, Osce e separatisti). Poi a metà pomeriggio per primo è arrivato Poroshenko, mentre la Merkel e Hollande sono sbarcati poco dopo contemporaneamente e sono giunti nella stessa auto. Prima del summit hanno avuto un trilaterale con il presidente ucraino. Putin è arrivato per ultimo, e i fotografi hanno immortalato una beneaugurante stretta di mano con Poroshenko. A fare gli onori di casa, nel maestoso palazzo post-sovietico dell'Indipendenza, invaso da 500 giornalisti stranieri, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko: 'l'ultimo dittatore d'Europa' - secondo l'amministrazione Usa - che tenta di capitalizzare il momento per dare lustro ad un Paese ancora sovietico, dove casinò e capitalismo convivono con un'economia statale, il Kgb e la statua di Felix Dzherzinski, il fondatore della polizia segreta sovietica. Forse ci si aspettava di più dal summit. Non è infatti scontato che il rilancio degli accordi di Minsk riesca a fermare scontri sempre più cruenti. Anche oggi il bilancio delle vittime è pesante: Kiev ha perso 19 soldati nelle ultime 24 ore, mentre a Donetsk, roccaforte dei separatisti, almeno sei persone sono state uccise nei bombardamenti che hanno colpito una fermata di bus e una è rimasta uccisa dai proiettili caduti su un ospedale.