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Corruzione: ok dal Senato, torna il falso in bilancio. Tweet di Renzi: "E' la volta buona"

Articolo 8 passa con tre voti di scarto. Tweet di Renzi: '#La volta buona'

Redazione Ansa

Sì del Senato al disegno di legge anti corruzione. Il falso in bilancio, dopo la depenalizzazione del 2002, torna ad essere reato e scattano pene più severe sia per le società normali, che però non possono più essere intercettate, sia per quelle quotate. Non solo, stretta sui reati di mafia, condanne più dure per chi corrompe e si fa corrompere nella pubblica amministrazione. "É la volta buona", dice soddisfatto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi commentando il via libera del testo contro il quale hanno votato invece M5S, FI e Gal, con la Lega che si è astenuta. "Un passo avanti significativo", per il presidente del Senato Pietro Grasso che avverte: "Resta molto da fare". Il sì di oggi non era affatto "un traguardo scontato". Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, lo sa bene: "Sbagliava chi diceva che facevamo finta. Abbiamo rischiato e abbiamo vinto". Certo, ammette il Guardasigilli, il voto non è stato unanime. Le misure, che ora dovranno passare all'esame della Camera, oggi non hanno assicurato vita facile alla maggioranza che ha tenuto ma per un soffio. Alla fine il ddl è stato approvato con 165 voti favorevoli. Ma il nodo dell'impianto, il falso in bilancio, è passato per soli tre voti di scarto. "Sapevamo di correre dei rischi in questo passaggio ma siamo andati avanti lo stesso", ha detto Orlando. E così è stato portato a casa "il risultato". Critiche da parte di FI che ha votato contro quella che ha definito una "norma propaganda e incostituzionale". Sì da Alleanza popolare che subito ha alzato la posta chiedendo una riforma della giustizia. No, invece, dai grillini. Loro che avevano chiesto - e non ottenuto - il Daspo per politici corrotti e l'introduzione dell'agente provocatore anche per i reati contro la pubblica amministrazione, alla fine, dopo le consultazioni on line, hanno deciso per il no.

"Ci siamo astenuti sull'articolo 8 che riguarda la non possibilità di effettuare intercettazioni per le indagini su società non quotate in borsa, tra le quali cooperative "rosse" e "bianche" e fondazioni politiche che fanno girare milioni di euro", hanno spiegato i senatori grillini Maurizio Buccarella ed Enrico Cappelletti. Il falso in bilancio? "Abbiamo votato "no" all'articolo 9 relativo alla "tenuità del fatto", perché l'introduzione di questa fattispecie abbinata all'entrata in vigore domani del decreto legge sulla depenalizzazione dei reati, può annullare l'introduzione del reato di falso in bilancio - hanno ancora chiarito - Chi prende in giro i cittadini onesti è il Partito Democratico". "E dire che il M5S aveva concordato, in Commissione giustizia, diversi punti del provvedimento", la risposta del presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda. Poi, l'affondo: "Il Parlamento è una cosa diversa dai sondaggi". Intanto ecco cosa cambia nella lotta alla corruzione. Le società quotate in borsa rischiano condanne fino a 8 anni per le false comunicazione, il che significa che sono rese possibili eventuali intercettazioni non consentite, invece, per le società normali che rischiano fino a 5 anni. Stretta sui mafiosi (la pena massima arriva a 26 anni) e anche sulla corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, ad esempio, visto che si passa da 8 a 10 anni per la condanna massima. Previsto, poi, il patteggiamento dopo la restituzione del maltolto, l'obbligo del pm di informare l'authority ma anche, tra l'altro, pene scontate per i "collaboratori" e condanne ridotte per fatti di lieve entità.

 

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